Padovan: “Inter non punibile, ma lo scudetto può essere recuperato”

Giancarlo Padovan ex direttore di ‘Tuttosport’ è stato uno dei più strenui difensori della Juventus ai tempi di Calciopoli e probabilmente ha “pagato” il suo netto schieramento con la poltrona del quotidiano sportivo. In questi giorni è impegnato nel lancio della sua nuova iniziativa editoriale presente nelle edicole di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta il prossimo lunedì 13 settembre e acquistabile on line: ‘Calcio GP’, un settimanale solo calcistico che tratterà di serie A, serie B, Lega Pro 1 e 2. Questo suo impegno non gli ha impedito però, di rilasciare una lunga intervista al team Ju29ro, nella quale, tra le altre cose, è tornato sui nuovi sviluppi del processo di Napoli.\r\n\r\nIniziamo dalle nuove intercettazioni. Com’è possibile, a suo avviso, che siano state “dimenticate” quattro anni fa?\r\nNon sono state dimenticate, ma sono state scartate di proposito dagli inquirenti di Napoli e trascurate dalla giustizia sportiva che evidentemente non aveva interesse ad approfondire quelle indiscrezioni. Io credo che siamo di fronte a una conferma che il processo sportivo dell’estate 2006 è stato gravemente lacunoso e non per caso.\r\n\r\n“Tutti colpevoli o tutti innocenti” o è opportuno fare dei distinguo?\r\nIo nel 2006 dissi una cosa dalle pagine di Tuttosport. Se la Juventus è colpevole, date le premesse, è colpevole anche tutto il sistema del calcio italiano ad iniziare dal presidente federale. E’ quello che diceva “bisogna aiutare la Lazio” e poi si arrabbiava con Bergamo perché la Roma, nella partita contro la Juventus, non era stata abbastanza garantita. Era un sistema quindi in cui andavano puniti i vertici dirigenziali e che coinvolgeva sicuramente la Juventus, ma anche il Milan, la Fiorentina, la Lazio e, come dimostrato, anche l’Inter. Date queste premesse non è che tutti allora sono innocenti, sono invece tutti colpevoli e tutti dovevano finire in serie B. Invece le sentenze dei tribunali sportivi hanno deciso in modo inaccettabile che una sola società era colpevole e che doveva finire in serie B e per di più penalizzata e privata di due scudetti strameritatamente e onestamente vinti sul campo, oltre al danno di non disputare la Champions League. Questo rigore non fu per esempio applicato al Milan, che si sapeva cosa aveva fatto. Rileggiamoci le intercettazioni che coinvolsero Meani e quello che ancora sta venendo fuori su Meani. Ebbene il Milan quell’anno non venne retrocesso, si iscrisse alla Champions League e finì addirittura per vincerla! L’assurdità più bieca. E quando l’UEFA scrisse non vogliamo il Milan, allora si levarono i soloni a dire “ma come si permette l’UEFA!”. Ed invece no, l’Uefa si doveva permettere molto di più, perché il suo intervento era sacrosanto. E quindi non è che siccome tutti sono colpevoli allora tutti sono innocenti, i colpevoli erano tanti, ma una sola ha pagato: la Juventus!\r\n\r\nCome giudica il comunicato stampa con cui la Juventus è uscita allo scoperto chiedendo la sostanziale parità di trattamento per tutti nel pieno rispetto delle attività dei processi in corso?\r\nTardivo ed inopportuno, soprattutto da parte chi allora era già al comando e suggerì, o spero solamente avallò, una linea difensiva che diceva “Siamo colpevoli, meritiamo di andare in serie B con penalizzazione”. Fu incoerente allora l’atteggiamento della Juventus e rimane inaccettabile anche a distanza di anni.\r\n\r\nRitiene che dovrebbe essere riaperta l’inchiesta sportiva su Calciopoli alla luce delle intercettazioni emerse in questi ultimi giorni?\r\nNon è riapribile, carte alla mano, perché i reati sono prescritti. Di riapribile c’è solo una cosa: lo scudetto di cartone assegnato all’Inter, celebrato da tutti i giornali sportivi ad eccezione di Tuttosport (che mi pregiavo di dirigere), deve essere revocato. Per il resto non è più possibile emendare un processo che rappresenta una delle più gravi ingiustizie del calcio italiano. Una situazione che aveva un’origine politico-familiare, quella della famiglia Agnelli e della lotta per appropriarsi della Juventus, sfociata in una delle sentenze meno compatibili con la realtà che la storia del calcio ricordi.\r\n\r\nQuando Palazzi sentenziò la non procedibilità nei confronti dell’Inter per l’accusa di spionaggio e pedinamenti, il suo Tuttosport fu l’unico giornale a scrivere che era una sentenza inquietante. A memoria, era mai ricorso un caso simile, cioè la decisione di non procedere contro una società perché la vicenda chiamava in causa un tesserato che non c’era più? Non è troppo facile per chi c’è scaricare le colpe, in questo modo? \r\nFu disgustoso da parte dell’Inter attribuire a una persona che non c’era più tutte le responsabilità. Se io ho usato il termine “inquietante” mi dolgo di non averne usato uno più forte, perché non era bastevole. E’ assolutamente inaccettabile quanto è successo dalla parte dell’Inter. Purtroppo anche Giacinto Facchetti si era macchiato o aveva praticato quello che altri avevano praticato, ovvero il tentativo di condizionare?… cercare di non essere danneggiati?… Chiamiamolo come vogliamo, ma insomma Facchetti aveva dei rapporti con arbitri in attività e designatori, cosa che non è consentita dal regolamento. Detto questo dire che l’Inter deve retrocedere ce ne passa, come ce ne doveva passare per la Juventus; da questo a dire che l’Inter è la squadra degli onesti e che quindi merita quello scudetto ce ne passa ancora.\r\n\r\nAnche per le nuove intercettazioni potrebbe ripetersi in casa Inter lo stesso schema dello scaricabarile?\r\nAssolutamente sì. Si tratta di uno schema che è già stato usato, che ha avuto fortuna e che è già stato accolto e poi adesso c’è una grande voglia di rimuovere Calciopoli. Però fino a quando ha fatto comdo per dire che i campionati erano truccati e che la Juventus era il grande burattinaio, allora andava bene evocarla, Calciopoli! Non siamo di fronte ai due pesi e alle due misure, c’è molto di peggio e credo che la classe giornalistica italiana dia sempre una prova desolante di se stessa.\r\n\r\nChristian Vieri non ha mollato. Dove porterà secondo lei l’iniziativa legale dell’ex bomber dell’Inter?\r\nNeanch’io ho mollato! Ho sempre continuato a dire queste cose come ho potuto e da dove ho potuto. Qualcuno degli juventini sostiene che io sia stato giustiziato due volte da qualcuno di potente. Nel novembre del 2006 io ho subito un’aggressione fisica che per molti era premeditata. Io onestamente non ci credo, però l’insistenza con cui mi è stata segnalata un poco mi allarma; dall’altra parte, sempre qualche tifoso juventino sostiene che, se io non sono più direttore di quel Tuttosport che vendeva 120 mila copie e che faceva opinione differenziandosi dagli altri quotidiani sportivi nazionali, forse la ragione non può non ricollegarsi alle mie posizioni ferocemente anti-Inter. Detto questo, Vieri non ha mollato perché vuole essere risarcito per un’attività illecita che ha subìto, ma non credo che la sua sia un’iniziativa volta a far risarcire la Juve. E’ giusto comunque che Vieri sia risarcito e venga punito chi ha compiuto l’attività illecita.\r\n\r\nPuoi leggere l’intervista integrale sul sito del team Ju29ro a questo indirizzo

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Pubblicato da
Alberto Zamboni