Nuovo stadio Juve: tifosi a soli 7 metri dal campo
C’è una partita che la Juventus può star sicura di vincere sul campo: è quella del nuovo stadio che sta sorgendo alla Continassa. «Saremo superiori a San Siro-Meazza di Inter e Milan, avremo i tifosi a sette metri e mezzo dal terreno di gioco», garantisce l’ingegner Francesco Ossola, che dal giugno 2009 si sta prendendo cura del «dodicesimo uomo», il pubblico bianconero.\r\n\r\nCon quel cognome ricorda l’attacco del Grande Torino, con Loik- Mazzola-Gabetto-Ossola, ma l’ingegner Francesco, pur rispettoso della sofferta fama granata, è juventino e soprattutto è il responsabile della progettazione strutturale e della direzione lavori. Docente di Ergotecnica edile al Politecnico, dalla sua ha un’esperienza quasi trentennale negli stadi. Combinazione, il suo primo incarico fu proprio di ridar vita al glorioso Filadelfia: «Negli Anni Ottanta l’allora presidente del Torino, Sergio Rossi, mi chiese uno studio». Poi si impegnò per il Delle Alpi: «Con l’architetto Hutter disegnammo il catino dei mondiali, che inizialmente doveva essere solo per calcio».\r\n\r\nUn competente veterano, dunque: «Ho utilizzato le conoscenze pratiche, certo. Specie quelle fatte per il Delle Alpi, che fu realizzato a tempo di record, e che questa volta ripetiamo: il nuovo impianto sarà pronto ad agosto per la presentazione della Juventus del prossimo campionato». Dello «stadio del 1990» sono state recuperate le parti interrate e alcune gradinate: tutto il resto è nuovo, due livelli di gradinate per 41 mila posti a sedere, una sessantina di palchi, un anello per gli accessi e lo scorrimento di mezzi di trasporto e di soccorso. Sedici le passerelle per entrare, senza barriere architettoniche. In caso di emergenza, l’impianto si potrà svuotare in meno di quattro minuti. Al di sotto delle tribune verranno realizzate le aree di servizio allo stadio e alle squadre.\r\n\r\n«In questi giorni stiamo lavorando al completamento della copertura – spiega Ossola -, diciamo che il 75 per cento è fatto: la copertura degli spalti, studiata in galleria del vento, viene realizzata ispirandosi al profilo delle ali degli aerei: una struttura di grande leggerezza, realizzata in una membrana in parte trasparente e in parte opaca, per permettere una visione ottimale del campo, sia diurna sia notturna, e per garantire il passaggio di luce sufficiente alla crescita dell’erba del campo». Tutta la struttura è ancorata a due pennoni montati ad A., alti novanta metri, pesanti 630 tonnellate cadauno e di diametro massimo di 4 metri e mezzo. «Sono serviti anche come gru: grazie a loro abbiamo sollevato tremila tonnellate di materiale», aggiunge l’ingegnere, orgoglioso di aver guadagnato tempo, ridotto i costi e trovato soluzioni che avranno meno esigenze di manutenzione: «Rispetto al Delle Alpi – dice -, abbiamo una struttura essenziale, con meno tiranti, che sono argano e sostegno nel contempo».\r\n\r\nConclusa l’operazione-tetto, a metà marzo si potrà lavorare per preparare il terreno di gioco. Ossola è convinto che il progetto complessivo (degli architetti Hernando Suarez e Gino Zavanella) troverà il gradimento degli spettatori; ogni cosa è pensata per far vedere al meglio la partita: «Le postazioni degli allenatori saranno incassate nel terreno, all’inglese, per togliere meno visibilità». Un impianto studiato per essere utilizzato a tempo pieno, sette giorni su sette: la superficie dedicata all’area commerciale misura 34 mila metri quadrati, sui quali sorgeranno una galleria di negozi, uno shopping center e un magazzino di bricolage e fai-da-te. Altri 30 mila metri quadrati di verde pubblico, aiuole, piazze e i parcheggi esistenti per quattromila auto.\r\n\r\n(Di Luciano Borghesna per ‘La Stampa’)