Con l’installazione del rivestimento esterno, il nuovo stadio della Juventus è ancora più vicino al completamento. Un milione di lamelle rettangolari gli daranno un’identità definita e unica, in cui l’architettura sposa per la prima volta la grafica. Ecco quanto dichiarato a ‘Tuttosport’ da Fabrizio Giugiaro, a capo dell’Italdesign che ha progettato le parti esterne: “La filosofia dell’astronave, con la crudezza dei materiali, è ormai superata. Lo stadio della Juve si ispira a un filone più friendly e accogliente, integrato con il territorio. Si è cercato di giocare con colori e grafica, dando vita a uno stadio ad alta redditività: è costato poco rispetto alla resa, ottimale e ricercata”. \r\n\r\nFabrizio Giugiaro, come è nata l’idea delle lamelle come involucro dell’impianto?\r\n“In un primo tempo avrebbero dovuto essere ancora più flessibili per dare l’idea della leggerezza e del movimento, poi per questioni di sicurezza abbiamo introdotto l’aspetto grafico per trasmettere le stesse sensazioni. Le lamelle, di forma rettangolare, sono come squame, prodotte con un materiale di alluminio altamente tecnologico. Sono di tre toni di grigio diverso: se in apparenza la loro collocazione sembra casuale, in realtà esiste un ordine grafico. Si parte dai toni più scuri nella parte alta degli ingressi e poi si digrada in quelli più tenui”.\r\n\r\nMa c’è stato un cambiamento in corsa con l’introduzione del tricolore.\r\n“In onore dei 150 anni dell’unità e dell’italianizzazione della Juventus sono state installate lamelle bianco-verde-rosso nella parte alta del rivestimento esterno, un cordone che “nastrasse” le tre tonalità di grigio”.\r\n\r\nIl concetto delle lamelle rettangolari è stato utilizzato anche per altre parti dello stadio?\r\n“Sì, per la pavimentazione dell’anello a quota 18”.\r\n\r\nCosa significa quota 18? \r\n“Per salire al secondo anello ci sono le rampe che portano alla cosiddetta quota 18, una specie di piazza che corre lungo il perimetro dello stadio dove saranno posizione le 50 stelle. E la pavimentazione riproduce lo stesso effetto delle pareti esterne: è come se l’involucro si rispecchiasse sul pavimento”.