L’obiettivo primario del nuovo CdA della Juve è ben chiaro. L’inchiesta Prisma ha acceso i fari sulla gestione dei costi da parte della vecchia dirigenza ed è così necessario risanare il bilancio. Dunque, la parola d’ordine è contenere le uscite.
Il 18 gennaio è cominciata ufficialmente la nuova era in casa Juventus. Con l’insediamento del nuovo Consiglio d’Amministrazione, presieduto da Gianluca Ferrero, la dirigenza appena arrivata ha già cominciato a lavorare per sistemare i conti della società. L’inchiesta Prisma ha messo nel mirino la gestione dei costi del club, fra plusvalenze cosiddette “artificiali” e la manovra stipendi che ha posto l’accento sulle enormi uscite. Il bilancio piange ormai da tempo ed è necessario dunque attuare una nuova politica per provare a contenere i costi e cercare di riportare almeno la parità, puntando poi all’utile.
Come racconta la Gazzetta dello Sport, infatti, al 30 giugno 2023 il bilancio della Juventus presenterà un nuovo pesante rosso. In diminuzione rispetto agli ultimi due, ma sicuramente importante con una stima attorno ai -140 milioni di euro. Al primo posto, come detto, c’è l’obiettivo di contenere i costi e la voce più onerosa in tal senso è quella degli stipendi. Niente più operazioni alla Cristiano Ronaldo ma molti più casi Miretti e Fagioli. La selezione Under 23, ora diventata Next Gen, è stata creata proprio per questo, cioè trovare dei nuovi talenti, farli crescere e renderli pronti per la Prima Squadra. La strada è stata segnata. Ora serve perseguirla e crederci.
La ferma volontà del nuovo corso sarebbe quella di evitare un nuovo aumento di capitale, dopo quello del 2020 da 300 milioni di euro e i 400 milioni immessi nel 2021, e di proseguire con un piano di contenimento, come detto. La Gazzetta però non esclude che l’intervento degli azionisti possa rendersi comunque necessario. A meno di qualche cessione eccellente.