(Non) gioco e infortuni: è davvero la Juve di Sarri?

A parte un tempo (e qualche minuto) contro il Napoli, la Juve di Sarri non si è ancora vista e la media infortuni è in linea con quella di Allegri

Premessa fondamentale e irrinunciabile: siamo alla terza giornata di campionato ed ogni giudizio va, appunto, calato nel contesto. Fatto sta che al momento, a parte il primo tempo contro il Napoli, del gioco per il quale è stato preso Maurizio Sarri, alla Juve si è visto ben poco. In tanti sui social network scrivono che si tratti dell’eredità di Massimiliano Allegri e che non sarà facile scardinarla, ma l’osservazione pare pretestuosa. Quando c’è un cambio di guida tecnica, le modifiche non avvengono in due ore, ma il discorso vale sia nel bene sia nel male, non può essere citato solo a proprio uso e consumo.

Detto che avere 7 punti dopo tre giornate, di cui due giocate fuori casa, è un ottimo bottino, a parte 50 minuti contro il Napoli, la Juventus di Sarri fin qui non ha entusiasmato. Più che il Napoli, ricorda molto il Chelsea allenato dal tecnico toscano di origini campane. Una squadra più pratica che spettacolare, anzi molto poco spettacolare visto che i tifosi dei Blues per settimane hanno cantato allo stadio “fuck Sarriball”. A Londra, l’ex allenatore del Napoli si è molto adattato ai giocatori piuttosto piegare le loro caratteristiche al suo credo. Con il Parma e oggi a Firenze, non sembra un caso, la Juve ha ottenuto una vittoria e un pareggio molto “allegriani”: tanta sofferenza, poche idee e condizione atletica approssimativa.

Sarri e il caldo di Firenze

Sarri si è lamentato oggi del caldo di Firenze alle 15, ma la Fiorentina era in campo esattamente alla stessa ora e nello stesso orario e correva sicuramente di più dei campioni d’Italia. La condizione non può essere ovviamente la migliore, ma probabilmente il primo tempo della sfida contro il Napoli aveva illuso un po’ tutti. L’ottima prestazione (parziale) aveva lasciato intendere che i bianconeri fossero già ad un buon punto con il lavoro, invece la rimonta azzurra doveva essere presa come un vero e proprio campanello d’allarme. L’autogol di Koulibaly ha forse rinviato solo il suono della sirena.

Infortuni: cosa è cambiato?

Sarri ha molto da lavorare, lo si sa ed era prevedibile, ma viste le premesse è normale attendersi e pretendere di più. E soprattutto ci si attende qualcosa di meglio da staff atletico e medico. Al netto del ko contusivo di Chiellini, gli infortuni muscolari di De Sciglio, Pjanic (sembra essere meno grave del previsto) e soprattutto Douglas Costa riportano con la mente all’ecatombe della passata stagione. Sono cambiati allenatore, preparatori e medici, ma la media ko è già alta e tra l’altro il brasiliano è uno di quelli che si ferma più spesso. Delle due l’una: o era colpa di Allegri e del suo staff prima e di Sarri e del suo staff ora, oppure ci sono elementi logori che hanno una predisposizione particolare agli infortuni. Se così fosse, non c’è alternativa del mercato, al momento molto lontano all’orizzonte.