Intervistare Alessandro Nesta è un privilegio raro. Non ama i titoloni, non ama i proclami: per questo ha scelto di parlare poco, in tutta la sua carriera. E da quando lo avevano dato per ex, peggio, gli avevano consigliato di diventare un ex, parla ancora meno. Ma sono 15 mesi che, al suo posto, parla il campo: miglior difensore dello scorso campionato, lo avrebbero voluto portare persino ai Mondiali, se solo lui avesse detto sì. Con il senno di poi, forse è stato meglio così. Ormai, non gli bastano più le soddisfazioni personali, però. Vuole di più, vuole tornare a vincere con il suo Milan. E la sfida di sabato sera, in questa chiave, è già fondamentale.\r\n\r\nAlessandro Nesta , quanto vale questa partita con la Juventus?\r\n«Tanto, tantissimo. Se vuoi vincere lo scudetto, e noi lo vogliamo, devi avere continuità. Arriviamo da 4 vittorie consecutive, questo è già un bel segnale. E poi battere la Juve dà una carica speciale: mentalmente, ti lancia ancora di più».\r\n\r\nÈ giusta la squalifica di Krasic?\r\n«C’è un giudice, è lui che decide. La regola, però, deve valere per tutti: anche per i giocatori del Milan, se dovessero essere protagonisti di un episodio analogo».\r\n\r\nCosa ne pensa di questa Juventus?\r\n«Dopo Calciopoli si sta ricostruendo e non era facile. Le perdite, economiche e tecniche, sono state pesantissime. Quest’anno ha comprato molti giocatori e anche bravi. Tornerà a vincere».\r\n\r\nE la nuova dirigenza?\r\n«Sul campo la dirigenza non conta. Però questi personaggi mi piacciono: non hanno nulla di cui vergognarsi e stanno facendo un ottimo lavoro».\r\n\r\nSabato, quasi certamente, le toccherà riaffrontare Del Piero…\r\n«E lo farò con grandissimo piacere. Sono contento che sia ancora protagonista, lo conosco da sempre, come avversario e come compagno. E’ un ragazzo che mi piace, che parla poco ma che quando parla dice sempre cose intelligenti. E che ha saputo assumersi le sue responsabilità».\r\n\r\nMa non crede che lui, o Totti, finiscano per condizionare un po’ troppo le squadre in cui militano?\r\n«Ma no. La realtà è che quando giochi ormai da parecchi anni, se magari fallisci due partite parte il ritornello: è un giocatore finito. E invece magari le partite le fallisci anche a 20 anni».\r\n\r\nL’intervista completa è sull’edizione odierna di Tuttosport