“Nessuno voleva arrivare a questo punto”: esonero inevitabile | Lascia subito la panchina

Panchina dello stadio Marcantonio Bentegodi prima della partita di Serie A tra Hellas Verona e Napoli. 23 giugno 2020 (© AnsaFoto)

Rendimento pessimo e contestazione della tifoseria, l’esonero è inevitabile. È solo una questione di tempo, oramai.

Terminato il weekend, siamo entrati nella terza ed ultima finestra riservata alle nazionali, almeno per quanto riguarda il 2023. La prossima è in programma tra quattro mesi, il 24 marzo. Da qui in poi, dunque, si entrerà nel vivo dei principali campionati europei e si concluderanno le fasi a gironi delle competizioni UEFA. Insomma, si inizieranno a delineare gli scenari per l’annata in corso.

Per quanto riguarda i club, le due settimane di pausa portano con sé riflessioni sull’andamento e sulle aspettative circa il proseguo della stagione. Motivo per cui non c’è da sorprendersi se, di solito, è durante queste interruzioni che gli allenatori vengono esonerati. È il modo più semplice di inserire i subentranti, che possono sfruttare un lasso di tempo maggiore per lavorare con il gruppo di giocatori, o quantomeno con quelli che restano fuori dai convocati delle nazionali.

L’ultima sosta era stata fatale per Paulo Sousa, sostituito da Filippo Inzaghi alla guida della Salernitana. Questa risulterà fatale a Rudi Garcia, sollevato dal suo incarico alla guida del Napoli, dopo la pesante sconfitta rimediata al Maradona contro l’Empoli di Andreazzoli (anche lui un subentrante).

Dopo essere stato vicino all’esonero nella precedente pausa e salvatosi solo per il rifiuto di Antonio Conte di accettare la panchina dei campioni d’Italia, questa volta il presidente Aurelio De Laurentiis ha optato per il cambio: al suo posto arriverà Igor Tudor.

Nuovo esonero

Le cose non vanno meglio per gli allenatori in Serie B. Con l’arrivo di Cesc Fabregas sulla panchina del Como, il computo degli esonerati sale a sette, ma non per molto, perché è destinato a salire ulteriormente.

È, infatti, questione di ore prima che venga ufficializzato il divorzio tra Massimiliano Alvini e lo Spezia. Decisivo il pareggio interno di domenica contro la Ternana. Nel postpartita, l’amministratore delegato Andrea Gazzoli aveva già lasciato trasparire qualcosa: «Con la proprietà e loro faremo una valutazione generale della situazione, ne parleremo tutti insieme per capire come venirne fuori. Mi piace decidere con lucidità». E sulla protesta dei tifosi bianconeri, ha aggiunto: «[…] Nessuno voleva arrivare a questo punto, la cosa più evidente è che il rendimento non è sufficiente».

Massimiliano Alvini, allenatore dello Spezia, durante la partita di Serie B contro la Ternana. 12 novembre 2023 (© LaPressa)

La situazione

Dopo la retrocessione dello scorso anno, la proprietà americana aveva deciso di ripartire dall’uomo che aveva conquistato la storia promozione in A della Cremonese per cercare di conquistare immediatamente la A. Il rendimento non solo non è abbastanza per sognare la promozione, ma al momento lo Spezia si trova in lotta per non retrocedere.

Con dieci punti conquistati in tredici partite, occupa la terzultima posizione. La prossima gara in programma è il derby ligure contro la Sampdoria, distante tre lunghezze, che si può definire a tutti gli effetti uno scontro-salvezza.