Nedved sprona Ferrara: “Hai una Juve fortissima”

Né con gli amici né con i nemici. Pavel Nedved è fatto così, ha cuore zingaro e caldo, testa indipendente. Niente e nessuno potrebbero convincerlo se non gli affetti più cari, nel caso la moglie Ivana. E così è stato in carriera. Ha appeso le scarpe al chiodo sei mesi fa nonostante la corte assillante di club in Italia e all’ estero, l’Inter tra tutti; ha avuto la forza di non cedere alle sirene del pallone, lontano da un campo di calcio e in silenzio dal 31 maggio, giorno dell’ ultima partita in carriera, il destino ha voluto, contro la «sua» Lazio. Le offerte della Juve nei mesi successivi non lo hanno convinto: «Ho deciso di non accettare alcuna delle offerte che ho ricevuto nelle ultimesettimane e quindi di porre fine alla carriera da giocatore. Dedicherò tutto il mio tempo alla famiglia, a miamoglie e ai figli»: l’annuncio il 26 agosto sul sito ufficiale. Così è stato. \r\nLunedì prossimo però l’orsetto biondo di Cheb rimetterà le scarpe da calcio ai piedi per giocare a fianco di Zidane nel suo stadio, l’Olimpico di Torino, nella partita in beneficenza e contro il razzismo «Europa- Africa», incasso devoluto per il 50% ad AriSLA (Agenzia di Ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica) e per il 50% a CAAP Afrika. Da sei mesi a questa parte, per Pavel, neppure una partita tra scapoli e ammogliati. Un solo blitz a Vinovo per salutare i compagni, una partita da spettatore, in tribuna all’Olimpico nella notte del grande tonfo, della sconfitta contro il Bayern. Neppure un’intervista, una dichiarazione, fino a ieri. Sul momento della Juve, sulle offerte ricevute e respinte e sul futuro: ancora per poco lontano dal calcio «ma non dipenderà da me,ma da chi e se mi cercheranno».\r\nGià, chi. Lui non è tipo da andare a bussare alla porta. Ha deciso di chiudere con il calcio quando ha capito che non c’era unità di intenti alla Juve sul prolungamento del contratto da calciatore. Gli hanno offerto un posto, respinto. «Mi hanno proposto di affiancare Ciro, ma aveva già un vice allenatore, dovevo fare il terzo o il quarto, no grazie, ho rifiutato». L’Inter ha provato a trattenerlo sul campo, offrendogli un contratto da calciatore. «Ringrazio Moratti e Mourinho per la stima. Sì, è vero, l’offerta c’è stata,ma come Trezeguet non voleva tradire la Juve per il Milan, anch’io non mi vedevo con un’altra maglia che non fosse la Juve. Così ho smesso». \r\nNedved bacchetta i compagni di squadra, da pensionato, da tifoso. «Uscire dalla Champions fa male, lo dice uno che ha sempre sognato di vincerla.Non conosco i problemi dello spogliatoio o le vicende societarie, so solo che questa squadra, questa rosa è più forte di quella delle ultime due stagioni, dal ritorno in A. Ha tutte le carte in regola per fare bene, ma i giocatori devono dimostrarlo sul campo, tempo ne hanno ancora». A questo punto quale sarà il suo futuro? «Chissà, magari la nazionale o qualche progetto interessante, anche con i giovani. Ma io non mi offro, se mi vogliono sanno dove cercarmi».\r\n(Credits: Gazzetta dello Sport)

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Pubblicato da
Alberto Zamboni