Mughini: “Triade assolta? E’ solo l’inizio…”

Giampiero_MughiniAnche a chi non si interessa particolarmente di calcio e delle sue vicende, la sentenza emessa ieri dal tribunale di Torino, sentenza che assolve completamente la Triade Bettega-Giraudo-Moggi dall’accusa di aver barato amministrativamente da dirigenti della Juve di tutte le vittorie, dovrebbe apparire come una sentenza che tocca un problema di civiltà.\r\n\r\nChe cos’era successo? Che esattamente come ai tempi dell’estate 2006, quando venne fatto a brandelli uno dei miti secolari dello sport e del costume italiano, la Juve quale “fidanzata d’Italia”, nell’occasione del processo di cui ho detto la proprietà della Juve (e dunque gli eredi di quei due fratelli Agnelli pazzi d’amore per la Juve), s’era rivolta ai giudici dicendo più o meno così: condannateci al meno possibile. Quel che aveva detto l’avvocato difensore della Juve nell’estate del 2006: mandateci in B, con la minima penalizzazione possibile. E ai giornalisti aveva dichiarato: con quel che ho letto nelle carte processuali, dove ci sono cose terribili, è il minimo che ci possano appioppare.\r\n\r\nE difatti i giudici del Bar dello Sport, che a questo si ridussero in quell’occasione i giudici sportivi, scaraventarono la Juve in B. Il resto lo sapete. E anche se quelle cose terribili cui aveva accennato sconsolato l’avvocato Zaccone, nessuno di noi le ha mai lette né trovate né sono mai state additate da quegli accusatori del “sistema Moggi” che vorrebbero che alla Juve di scudetti ne fossero revocati venti, altro che due.\r\n

urge risarcimento

\r\nE invece ecco che i giudici (veri) del tribunale di Torino dicono che no, che la Triade non ha commesso alcun reato amministrativo. Che il fatto non sussiste. Che i tre uomini che dal 1994 al 2006 hanno retto una delle più grandi squadre al mondo senza chiedere alla Fiat un soldo che fosse uno, si sono comportati rettamente. Bene, e a questo punto che cosa fa la cupola proprietaria della Juve, che cosa dice, che cosa dirà? È una questione di onore, una questione di verità, una questione di civiltà. A questo punto che cosa fa e dice la proprietà Juve di Roberto Bettega, dell’unico uomo esperto di calcio che fosse rimasto a Corso Galileo Ferraris nell’estate 2006 e che era stata sbattuto fuori, lui che da Calciopoli non era stato preso nemmeno di sguincio? Quello che è stato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi della Juve, ha diritto o no a un risarcimento morale e professionale? Rispondete voi che mi state leggendo.\r\n\r\nE poi, com’è che il gran capo della Juve di oggi, Jean-Claude Blanc, dice chiaro chiaro e semplice semplice che gli scudetti della Juve sono 29? E allora dove sono andate a finire le cose terribili e le colpe pazzesche di Moggi e della sua gang se gli scudetti erano stati guadagnati sul campo? E che ne è dell’onore e dell’attendibilità di una cupola proprietaria che per mesi e anni non ha speso una parola a difesa della strepitosa saga avviata dalla Triade nel 1994, una saga coronata dalla partita finale della Coppa del Mondo del 2006 dov’erano in campo – da una parte e dall’altra – 8 juventini e dove l’allenatore della nazionale era un allenatore nato e cresciuto in Juve? Sì o no la risposta a questa domanda è una questione di civiltà?\r\n\r\nMi direte: e tutta quella roba, tutti quegli inciuci telefonici tra Moggi e i designatori arbitrali, e l’onnipotenza del “direttore” da come si rivolgeva a tutti, e quelle stramaledette schede svizzere che servivano a telefonare chissà che cosa di torbido e di sleale? Naturalmente su tutto questo aspettiamo i fatti, le risposte che daranno i giudici del processo di Napoli.\r\n

barzellette da bar

\r\nQuando dico fatti, quelli non sono certo “il colpo di tosse” di cui ha parlato un testimone a proposito di come venivano sorteggiati gli arbitri delle varie partite di serie A. Il “colpo di tosse” non è un fatto, è una barzelletta. Così come non è un fatto e bensì un dramma umano lo sfogo di Zeman in tribunale, di uno che attribuisce a Moggi tutti i reati possibili nei suoi confronti anche se non quello di avere stuprato la sua eventuale sorella. Questi non sono fatti. Sono contrasti professionali e umani che esistono nella vita di tutti noi. Per quanto mi riguarda ve ne potrei raccontare a bizzeffe e fare i nomi e cognomi di gente cui imputare di non aver vinto il Nobel della letteratura o il Pulitzer del giornalismo. Solo che i miei non sarebbero fatti, bensì penose barzellette che non farebbero ridere nessuno. E va bene aspettiamo. Aspettiamo innanzitutto il lavoro dei giudici di Napoli. Mentre per quel che è della proprietà della Juve non siamo disposti ad aspettare. Se c’è, batta un colpo dopo la sentenza di Torino.\r\n\r\nP.S. Quanto ai tifosi della Juve che cantavano domenica scorsa i cori contro Mario Balotelli, il primo grande giocatore italiano dalla pelle nera, non ho parole per dire il mio disprezzo nei loro confronti. Un disprezzo perfino superiore a quello che proverei per un eventuale allenatore di una squadra rivale che sperasse che il campo della Juve venga squalificato in ragione del comportamento di quel pugno di idioti.\r\n(Fonte: Libero)