Motivazioni Calciopoli, Juventus ancora più forte nei ricorsi
Le motivazioni della sentenza di primo grado di Napoli, sono state annotate con molta attenzione ieri dalla Juventus: al loro interno, infatti, ci sono elementi che faranno molto comodo alla causa bianconera contro la Federcalcio e magari nella richiesta di revisione del processo sportivo. Come emerso dalle motivazioni stesse, dunque, il campionato 2004/05 non è stato taroccato, il sorteggio non fu truccato e le vicende che hanno portato al Processo di Calciopoli sono state analizzate “con parzialità”. Andrea Agnelli, generalmente, si riferisce a quest’ultimo fattore come “mancanza di parità di trattamento” e le motivazioni hanno certificato ulteriormente questa convinzione del numero uno della Juventus.\r\n\r\nOvviamente, per ora bocche cucite in Corso Galileo Ferraris, ma le quasi 600 pagine di motivazioni sono un bel sostegno alla richiesta danni da oltre 443 milioni di euro contro la Federcalcio davanti al Tar del Lazio e ce ne sarebbe anche abbastanza per chiedere la revisione del processo sportivo che nel 2006 fu definito un ‘processo sommario’ anche da grandi pensatori come il compianto Enzo Biagi. Altro punto che è finito nel dossier dei legali bianconeri, come riporta ‘La Stampa’ di oggi, il fatto assodato che Luciano Moggi non era la Juve, e dunque le sue colpe non possono ricadere sulla società. Secondo quanto dicono i giudici penali, “il rapporto organico con il datore di lavoro” era interrotto a causa “dell’esercizio da parte dell’imputato Moggi di un potere personale avente manifestazioni esteriori esorbitanti dall’appartenenza alla società, noto come tale ai competitori, messi infatti in allarme, così come ampiamente dimostrato dagli atti del processo”.\r\n\r\nUn distacco da parte della Juventus da Moggi che ricalca la memoria difensiva del club, firmata dagli avvocati Giuseppe Vitiello, Luigi Chiappero e Michele Briamonte. “Andremo fino in fondo”, sarà il grido di battaglia di Andrea Agnelli (già anticipato lo scorso Luglio), ora più che mai galvanizzato dalle motivazioni del processo napoletano che sconfessano le decisioni sportive del 2006. Riassumendo, infatti, un tribunale penale ci ha detto che la Juve non è responsabile civile per le condotte di Moggi, il tribunale federale, invece, l’esatto contrario. “L’obiettivo è fare danno a chi ci ha fatto danno e andremo avanti sino a quando ci saranno strade legali percorribili”, le parole di qualche settimana fa dell’avvocato Briamonte. Ora la strada pare essersi messa in discesa.