Alvaro Morata, centravanti del Real Madrid, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Lo spagnolo ha anticipato i temi di Real-Napoli, gara degli ottavi di finale di Champions League che andrà di scena martedì sera al Santiago Bernabeu.
“Una vittoria contro i partenopei avrebbe un sapore speciale? Io voglio sempre vincere, ma ammetto che sarei ancora più felice di battere il Napoli per il mio passato juventino”, ammette l’ex centravanti bianconero. Alla Juve, Morata ha trascorso due anni bellissimi, conditi da due scudetti e due coppe Italia ed è chiaro che a Torino ha lasciato un pezzo di cuore.
“Chi mi manca di più dello spogliatoio bianconero? Tutto il gruppo degli italiani: Bonucci, Barzagli, Chiellini, Marchisio, Buffon, sono stati fondamentali per il mio adattamento nella Juventus e a Torino. Se avessi trovato uno spogliatoio un po’ “cattivo” – sottolinea – non avrei fatto così bene nella Juve. Gli infortuni e i periodi “no” fanno parte del calcio, se devo dire la verità, e questo non l’ho mai detto prima, ho sofferto di più per il fatto di non essere al 100% di proprietà della squadra, ero condizionato dall’opzione di “recompra” e questo mi ha un po’ limitato. Perché in certe partite il club, giustamente, puntava su giocatori di proprietà perché sapeva che in estate, come poi è successo, mi potevano perdere. Forse se fossi stato al 100% della Juventus le cose sarebbero andate diversamente”.
Di recente sono circolate voci di un suo possibile ritorno in Italia l’estate prossima: al Real non trova molto spazio, anche se Florentino Perez non vuole cederlo. Il centravanti ribadisce di essere concentrato sull’oggi, ma al termine del campionato farà una valutazione razionale. Anche il Napoli farebbe carte false per averlo, ma la destinazione non sembra essere gradita, come ribadito da Alvaro stesso nel recente passato.
“L’importante è che parlino sempre di me, io qui sono felice e voglio sfondare nel Madrid, ma è anche vero che vorrei giocare di più. Adesso però dobbiamo provare a vincere la Liga e la Champions, poi vedremo se il mister punta su di me o no. Nostalgia dell’Italia e della Juve? Io non sono italiano, ma ho dato tutto per la maglia bianconera ed ero disposto a rimanere lì molti anni, la Juventus lo sapeva, l’unico problema era la chiamata del Madrid che era il mio sogno fin da piccolo. Senza “recompra” – conclude – avrebbero dovuto cacciarmi per farmi andare via da Torino”.