Morata e il motivo della crisi: “Ecco cosa mi chiede di fare il mister”

Alvaro Morata spiega i motivi della sua crisi al El Pais: un infortunio che lo ha condizionato e una nuova posizione in campo

Alvaro Morata ha rilasciato una lunga intervista a El Pais nel corso della quale ha spiegato il suo momento no alla Juventus. “Sono stato via quasi un mese – racconta – e nella fretta di rientrare non stavo bene fisicamente. Ho dovuto lavorare molto per la squadra e non ero lucido per fare gol. Le ultime partite le ho giocate a sinistra, quasi coprendo la fascia. L’importante è giocare e fare quello che chiede l’allenatore. Ovviamente mi piacerebbe giocare meglio e segnare più gol. Prima dell’infortunio stavo bene ed è stato difficile per me tornare”.

Senza Ronaldo, Morata più esterno alla Juventus

Insomma, in questo calo di rendimento starebbe influendo anche una richiesta di Massimiliano Allegri, che vuole Morata più esterno per lasciare spazio agli inserimenti di Dybala e gli altri. “Ancora largo a sinistra? Ove necessario… In Serie A non stiamo vivendo un buon periodo, ma c’è un grande gruppo. È molto difficile arrivare in cima, ma ce l’abbiamo fatta prima. Tutto quello che dobbiamo fare è essere obiettivi, dimenticare le cose che non si possono fare e cercare prima di entrare nelle posizioni in Champions League e poi guardare avanti. Senza Ronaldo? Siamo tutti sotto pressione, dato che sono in prestito, può essere che la gente parli e mi guardi di più, ma quando non sei il padrone del tuo destino, l’unica cosa che puoi fare è lavorare”.

Le critiche e gli insulti sui social

Quanto alle critiche che riceve spesso, anche tramite i social network, l’attaccante spagnolo evidenzia: “È spiacevole per chiunque. Quando la mia famiglia o gli amici cercano di distrarti per farti stare bene, ti dicono ‘non ti hanno fischiato, non gli è piaciuto il cambiamento…’ io gli dico sempre: ‘immagina un mio cugino che lavora in una stazione di servizio e iniziano a fischiare e insultare perché è finita un po’ di benzina.’ Non c’è nessuno perfetto – insiste Morata – non siamo macchine, so cosa mi viene richiesto qui. Tutto ciò che è critico dal rispetto o che mi fischiano non può farmi arrabbiare, anche se mi dà fastidio, ma ci sono cose che devono essere dimenticate, come l’odio che si mostra. Non è una buona educazione, ho visto bambini con genitori e questi con facce arrabbiate ed è quello che impara il loro figlio. Comunque, penso che qualcosa stia cambiando, che le persone si stiano rendendo conto che ci sono dei limiti. Dentro il campo possono insultarmi o sputare”.

“Non ho più 20 anni, non posso preoccuparmi di queste cose, ho dei figli, una donna e devo insegnargli che bisogna andare avanti anche se non si ha voglia. È stato davvero molto difficile perché ero nella stanza e con qualsiasi cosa facessi ricevevo messaggi, la stampa non te ne vorrà nemmeno parlare; televisione cinque minuti al giorno… Alla fine – conclude morata – ricevi messaggi del tipo: che bastardo, guarda cosa ha detto questo tizio di te”.