Monza-Juve 1-0, un’altra tranvata: il giudizio di Dio

A Monza una Juve sconfitta, ma soprattutto sta abituando i tifosi alla bruttezza cronica, il giudizio ponderato di Dio

Monza-Juve 1-0: nuovo capitolo di una stagione nata malissimo.

GIUDIZIO DI DIO – Per digerire questa tranvata, ho avuto bisogno di una giornata. Arrivo in ritardo, con giudizi ponderati, tanto alla bruttezza (non vittoriosa) abituato.

PERIN 6 – Mentre il Titanic affonda lui continua a suonare. E recensisce tramite Twitter il color Tex la gazza ladra: storiellina-ina-ina. Il duello al coltello ignobile. Come non essere d’accordo?

DANILO 6 – Canticchia sono un Pirata e un Signore, di Julio Iglesias. O era Enrique? Si ferma a discorrere anche con gli attaccanti avversari, più giovani di lui, eppure nessuno riesce a ricordare l’autore della canzone.

GATTI 5 – Mezzo voto in più di incoraggiamento perché ha acquistato una storia semplice di Leonardo Sciascia, pensando che fosse un compendio all’idea di calcio di Massimiliano Allegri. La quarta di copertina: una storia semplice è in realtà una storia complicatissima, lo ha lasciato sgomento dalle risa e non si è ancora ripreso.

BREMER 5 – In ritardo come il Bianconiglio di Alice. Prende la cipolla dalla tasca controlla l’orario e poi prova a intervenire.

DE SCIGLIO 4.5 – Se non è zuppa, è pan bagnato. Ogni allenatore ha il suo calciatore feticcio; Lippi aveva Birindelli, Capello aveva Panucci e Allegri, per nostra sfortuna, De Sciglio che pare lavi i piatti meglio di una lavastoviglie.

MCKENNIE 5 – Perplesso come un treno fuori orario, chiede spesso agli avversari di passargliela, ma loro proseguono sul proprio binario.

PAREDES 4.5 – Il cartone di Ghost in the Shell era, come raccontava Zerocalcare, una roba per iniziati. Il film con Scarlett Johansson è un centrocampista senza idee.

MIRETTI 5.5 – Come Sandokan prova a rimanere in piedi, e spicca tra gli altri, anche oltre gli effettivi meriti. Non è colpa sua se circondato dal deserto e non è colpa sua se diventerà carna da plusvalenza; Arrivabene il duro (tranne che con sua moglie, i procuratori, le altre squadre e gli addetti alla pulizia dei bagni dello stadium) si sfrega le mani.

KOSTIC 5 – Mentre è in campo si lascia trasportare da De Sciglio: le vacanze a Saint Tropez, le grigliate a casa di Arrivabene (ma solo per lucidare la griglia), la polvere sulle librerie vuote di Allegri e il cambio dell’olio dell’auto di Cherubini: che vita.

KEAN 5.5 – Non male anche se avrebbe preferito vedere Dirty Dancing 3, e ha dovuto rivendere a metà prezzo i biglietti per Grease, in scena a Londra, visto che era in campo.

DI MARIA 2.5 – Quoque tu, Di Maria, fili mi? Recita Shakespeare, mentre Allegri si commuove, per la pessima interpretazione. Izzo gli chiede la ricetta per le empanadas e lui lo sgomita.

VLAHOVIC 4.5 – Si dispera: ha acquistato tutta la discografia di Ivana Spagna da Allegri, sperando che venisse rivalutata dai critici: ma un tour estivo non fa primavera e adesso vuole restituire tutti i vinili al vecchio proprietario che, in tribuna, ridacchia.

ALLEGRI 1 – Brutti e brutteremo. Segue le corse all’ippodromo di Agnano con il tablet, tanto sa che la sua squadra sarà orribile, poi posta due foto su Instagram (ilbrutto_anatrocco, il suo account) e poi mette il mi piace a un paio di ragazze su Tinder. Ordina un panino all’osteria dell’ingordigia e manda Pogba a prenderlo ai cancelli dello stadio. Osserva la copertina del libro: oltre il brutto l’incanto.

ARRIVABENE 2 – Il duro. L’uomo che si fa rispettare da tutti: dal tabaccaio, dal fruttivendolo, dal meccanico, dallo spazzino e dal tabagista, tranne che da sua moglie. E quando parla di calcio descrive i problemi della corsa a ostacoli. Ha letto tutti i libri di Maigret alla giapponese, partendo dall’ultima pagina e a ritroso, per non lasciarsi sorprendere dai procuratori.

TENET IN THE DARK – Squadra brutta non si cambia, anche con l’ultima in classifica. Allegri ci ha messo 8 partite a capire che Cuadrado non è in forma. Adesso vedremo di quante giornate avrà bisogno per capire che bisogna giocare con un po’ di intensità.