Paolo Montero ha rilasciato oggi una lunga intervista a Sky Sport: l’ex difensore della Juventus, attuale allenatore della Sambenedettese (Serie C girone B), ha ripercorso innanzitutto le tappe della sua carriera partendo dallo sbarco a Torino. “Sono arrivato nella squadra che un mese e mezzo prima aveva vinto la Champions – ricorda – e la partita l’avevo vista in Uruguay, visto che avevo terminato il mio contratto con l’Atalanta. Arrivare alla Juve e incontrare quei personaggi li e dormire subito con Ciro Ferrara, allenarsi con Peruzzi e con tutti quei fuoriclasse è stata un’emozione impressionante. Quello che dico sempre è che mi hanno insegnato l’umiltà verso il lavoro e mi hanno insegnato che l’io non esisteva, ma che esisteva solo il noi”.
Tra i compagni con cui ha avuto un rapporto migliore c’è uno dei più grandi di tutti i tempi: Zinedine Zidane, difeso una volta addirittura dalle grinfie di un tifoso. “Questo è un insegnamento della scuola italiana e sudamericana: lui, Del Piero e Boksic ci risolvevano le partite e io come difensore dovevo difendere i più forti e lo dovevo fare in tutti i sensi. Questo è quello che insegnano in Sudamerica – sottolinea – Zizou, visto il suo livello, è stato uno dei giocatori più semplici e più umili. Alla Juve sono passati giocatori fortissimi, però, lui come uomo era straordinario. Era impossibile non voler bene a Zizou. Lo sento? No adesso è sei mesi che non gli scrivo, non mi piace dargli molto fastidio. Però quando è mancato suo fratello ci siamo sentiti. Il migliore con cui ho giocato? Ho avuto la fortuna di vivere la migliore decade del calcio italiano della storia. Zidane, Del Piero, Peruzzi, Ferrara e Deschamps. Se non erano i più forti erano sul podio dei cinque più forti al mondo”.
Come da tradizione, anche oggi la Juventus ha alcuni dei calciatori più forti al mondo in rosa. Cristiano Ronaldo su tutti: come si ferma il portoghese?. “È forte fisicamente – dice Montero – e veloce. Devi avere l’aiuto dei compagni di squadra e devi cercare di rimanere uno contro uno e devi giocare con il fuorigioco. Devi cercare di non farlo girare, perché se si gira non lo puoi fermare. CR7 toglie libertà ai compagni? Secondo me il problema dipende dalla personalità dei suoi compagni. Perché i più grandi sono anche i più umili. Io avevo in squadra Zidane e Del Piero, campioni veri al livello di Ronaldo. Ma dipende molto dalla personalità degli altri. Per vivere nella sua ombra devi avere l’umiltà. Nel calcio ci sono gli architetti e gli operai. Io ero un operaio e non potevo diventare un architetto. Ronaldo non toglie niente a nessuno sei tu che ti togli”.
Quanto alla difesa attuale della Juve, Montero poi non ha dubbi: “De Ligt? Per me lui è un fuoriclasse. Per quello che ha dimostrato e per come è migliorato in questo periodo ha tutte le armi per diventare il più forte. Ma non dimentichiamoci di Demiral. Perché a parte l’infortunio è un giocatore giovane e la Juve può avere una coppia di centrali per molti anni”. Per i tifosi bianconeri è ancora un idolo e visto che ora fa l’allenatore, in tanti lo vorrebbero in futuro sulla panchina della Juventus: “Ogni ex giocatore che vuole bene alla sua ex squadra lo sogna. Ma è un sogno molto lontano – risponde realisticamente Montero – C’è una realtà che dice che sono pochi gli ex giocatori che hanno allenato la Juventus, ma è un sogno le notano e piacerebbe a qualsiasi persona sia passata dalla Juventus”.
Immancabile la domanda sulle Champions perse, con l’ex difensore che fa la classifica di quelle che gli bruciano ancora: “Per me quelle contro Borussia e Real. Io sono convinto che quella soprattutto con il Real Madrid, perché ho rivisto la partita dopo tanti anni con i miei figli, e penso che abbiamo fatto una gran partita. Però le grandi delusioni sono Borussia e Real. Cosa serve alla Juve per vincere la Champions? Ci vuole anche fortuna, perché ci sono state delle squadre che hanno vinto la Champions e che nel momento critico non meritavano, ma poi hanno fatto gol e hanno vinto un quarto di finale o una semifinale. Un esempio: la finale del 2015 contro il Barcellona, la Juve ha dominato per mezz’ora e non ha avuto quel pizzico di fortuna per fare gol. Poi attacca il Barcellona che ti fa un gol, come capitò anche a noi con il Real che ci fece gol su un rimpallo. Io ci credo a quello. A quei livelli non hai bisogno di un allenatore che ti stimoli. Più stimolo di essere in Champions, di vestire la maglia della Juve, di giocare un match guardato il mondo e che giochi le partite che sognavi di giocare da bambino non ce ne sono. Io non penso di aver avuto bisogno di Lippi o di Ancelotti o Capello per giocare queste partite – insiste Montero – Queste sono cose personali e individuali. Quel fuoco li non si compra o ce l’hai o non ce l’hai”.
Infine, una battuta su Andrea Agnelli, che lo ha definito il suo giocatore preferito: “Con l’Avvocato avevo il rapporto che avevano tutti i giocatori. E magari ti chiamava alle 5 di notte per sapere come stavi. Era un personaggio bellissimo. Le poche volte che ho parlato con lui aveva sempre la battuta pronta. Andrea – sottolinea – lo conosco da quando era un bambino perché entrava con il padre nello spogliatoio. Adesso è un po’ che non ci sentiamo, perché a me non piace dare fastidio. L’ho visto prima che diventasse presidente della Juventus, siamo andati a cena e lo ricordo sempre con tanto affetto. Non c’è problema. Io gli auguro tutto il bene. E quando siamo andati a cena gli ho detto: ‘La Juve sarà sempre la Juve quando c’è uno della famiglia come dirigente’. E alla fine i fatti mi hanno dato ragione”, conclude Paolo Montero.