Nella Juve che ha vinto il suo 30esimo scudetto c’erano ancora degli elementi della sua gestione: Del Piero, Buffon, Chiellini, in parte lo stesso Conte. Luciano Moggi questo tricolore lo sente anche suo: “E’ lo scudetto numero 30 – spiega a ‘Sky Tg24’ -, non ci sono dubbi. All’Inter era toccato il 5 maggio, al Milan il 6. In sei anni è tornato l’equilibrio giusto”. L’ex direttore generale bianconero non può che tessere le lodi del lavoro svolto da Conte e dalla società: “La Juve non ha perso una partita. E’ risorta dalle macerie in cui l’avevano confinata e c’è chi lavora, io compreso, per riportare alla luce la verità. I 30 scudetti sono d’obbligo senza che nessuno possa dire qualcosa, a partire dall’Inter”, continua Moggi. “Ho rivisto il dna della Juve, Conte ha creato un ambiente particolare. Dopo l’infortunio capitato a Buffon c’era il problema della testa, dell’atleta che poteva scendere in campo con la paura e invece ieri la Juve non aveva paura di niente”.\r\n\r\nUn successo di tutti, dunque, ma soprattutto del tecnico, vero e proprio uomo della svolta: “Non ho consigliato io Conte ad Agnelli – precisa ancora Moggi – Andrea è un giovane ma ha qualità da vendere, è stato con noi con suo padre. Conte è una soddisfazione per me e tutti quelli che lo abbiamo avuto da giocatore, era già allenatore a quei tempi. Mi aspetto un invito per la festa? Se dipendesse da lui non ci sarebbero dubbi”.