Moggi: “Scudetto 2006? Non è detto lo si discuta il 14 dicembre”
E’ molto polemico Luciano Moggi nel suo consueto editoriale per ‘TMW’. L’ex direttore generale della Juventus, mette in guardia infatti dal cosiddetto ‘tavolo della pace’ per le vicende di Calciopoli che dovrebbe tenersi il prossimo 14 dicembre. Secondo Moggi, viste le premesse, sarà tutt’altro che un incontro sereno e pacificatore, anzi lo scontro potrebbe essere elevato, ma non sullo scudetto 2006, bensì sui diritti televisivi…\r\n
“Un incontro per discutere le vicende del calcio di vertice” – esordisce Moggi – Non azzardatevi a chiamarlo tavolo della pace, per carità. Petrucci non transige, anche perché di serenità e quiete, in quella stanza ne è prevista ben poca. Non ci sono dubbi, almeno se tutti dovessero mantenersi nelle posizioni che ne hanno sempre contraddistinto il pensiero sino ad oggi. Diverso, diversissimo, sarebbe se invece gli argomenti di questa simpatica “reunion” dovessero cambiare radicalmente. Alcune indiscrezioni, raccontano di come lo scudetto 2006 non sia assolutamente all’ordine del giorno, per lasciare invece spazio all’annosa questione relativa ai diritti televisivi. Mossa astuta, che però farebbe a pugni con l’unico fronte che realmente continua a far stridere le posizioni dei due club “nemici per eccellenza” del calcio italiano, non risolvendo in realtà nulla. Sarebbe invece opportuno, magari, che chi di dovere (Abete è uno degli invitati privilegiati) esponesse le sue ragioni, prendesse una posizione. Magari non in contrasto con quanto da lui stesso dichiarato in tempi non sospetti. Abete disse che l’etica non andava in prescrizione. Chiarisse a quel tavolo perché non ha applicato questo semplice principio per ricavare un minimo di giustizia dalla relazione di Palazzi che accertò l’illecito sportivo ex art.6 a carico dell’Inter e dei suoi dirigenti. Fermo il seguito per prescrizione, l’etica avrebbe dovuto fare giustizia di uno scudetto indebitamente appeso nella bacheca nerazzurra. Se Abete invitò Moratti a rinunciare alla prescrizione ricevendone un no anche arrogante, significa che il presidente della Federcalcio sa benissimo che l’ Inter si attribuisce uno scudetto che non le spetta. Abete spieghi questo al tavolo del “calcio di vertice” senza preoccuparsi che Moratti non resti più sereno. Diversamente e senza che Petrucci si offenda il tavolo della pace sarà il tavolo delle beffe”.
\r\nFacendo un passo indietro, poi, Moggi si concentra sulla lotta scudetto che al momento vede una testa a testa tra Juventus e Milan, con l’Udinese possibile outsider.\r\n
“La Juventus continua a mantenersi in corsa, anzi prosegue a condurre le danze, fregiandosi dell’essere l’unico club del panorama nazionale a mantenere la propria imbattibilità. Il carattere di Conte, aspetto che in moltissimi (ma noi no) avevano sottovalutato durante i loro pronostici estivi, sta esaltando le qualità caratteriali di una squadra tecnicamente inferiore all’antagonista principale, ma affamata ed accanita. Amnesie difensive permettendo, sarà in corsa sino alla fine.\r\nProprio all’avversaria principale, rivolgiamo ora la nostra attenzione. Quel Milan partito malamente nei primi mesi, ma tornato definitivamente in linea con quelli che sono i suoi obiettivi di sempre. Vincere, magari convincendo, in campionato. Fare più strada possibile, vista l’oggettiva difficoltà di trionfare, in Europa. La settimana a cavallo tra Barcellona e Chievo ha dato l’esatta dimensione di una squadra troppo più forte delle altre nei propri confini ma allo stesso tempo ancora inadeguata a riprendersi quel trono cui per tradizione dovrebbe sempre ambire: l’Europa. La sfida di questa sera, contro una squadra in piena bagarre, dirà certamente qualcosa in più. Il Milan va a Marassi contro il Genoa, Preziosi ha smentito le voci di un esonero di Malesani, ma la situazione non è tranquilla, i liguri sono quelli che hanno perso a Cesena”.
\r\nIn chiusura, infine, Moggi si rivolge al tenente colonnello Auricchio, colui il quale svolse le indagini di Calciopoli e a cui sfuggirono stranamente le telefonate con i tre baffi rossi (gravità massima) degli altri, che i suoi colleghi gli avevano segnalato.\r\n
“Chiudo con Auricchio, e la sua personale rivisitazione di Thackeray. Dice “Giù le mani dalla Juve”. L’Italia è forse l’unico Paese in cui è possibile che un ufficiale dei Carabinieri, in aspettativa per espletare un incarico di natura politica, abbia l’opportunità di rilasciare interviste su indagini da lui stesso svolte ad un periodico il cui titolo,tradotto in italiano, è “La Fiera della vanità”. Non pago, ipotizza la sussistenza di altri reati, con l’elegante espressione “Non lo escluderei”, considerato che le indagini non le facevano altri, ma lui stesso, penso di avere fornito a tutti i lettori un quadro fedele del personaggio”.