Moggi radiato? Ma si può punire un non tesserato?

Riporto un bell’articolo di Alvaro Moretti di ‘Tuttosport’, che il ‘day after’ l’annuncio di una imminente radiazione di Luciano Moggi fa un po’ di chiarezza sulla vicenda, ricordando tra l’altro che la stessa Corte Federale nel 2008 non lo ha deferito in quanto “estraneo all’ordinamento sportivo”.\r\n\r\n“Allora, la Corte di giustizia federale ha partorito il suo pa­rere definitivo: dunque, come direbbe Gerry Scotti al Milio­nario, l’accendiamo? Forse no: il presidente Abete il 4 agosto in consiglio federale farà pren­dere atto della automatica ra­diazione dei condannati in at­tesa da quattro anni di giudi­zio definitivo, Moggi-Girau­do- Mazzini, e darà il via alla segreteria federale per l’invio delle lettere radiatorie. Ma a Luciano Moggi potranno in­viarla, quella lettera? La do­manda è lecita perché Moggi è stato giudicato dalla stessa Corte di giustizia presieduta dal professor Coraggio il 27 ot­tobre 2008 e ritenuto ormai estraneo, estraneo dal giorno delle sue dimissioni il 16 mag­gio 2006, dall’ordinamento sportivo. Un non tesserato, in­somma. Con un arzigogolo hanno evitato la riapertura del processo Calciopoli 1 per quel vizietto formale rilevato a sezioni unite nel 2008. Ma, di recente, nessun cenno né addebito a Moggi nel caso Me­narini: perché? L’inibito e plu­risqualificato Preziosi è stato ri-condannato per l’analogo caso Moratti-Milito-Motta.\r\nInsomma: il 5 agosto arriverà davvero la letterina del segre­tario federale Di Sebastiano (la faranno firmare a lui?) a casa Moggi? Ricordiamo che la Corte di Coraggio si espresse così, prosciogliendo proprio Moggi (l’imputato principale) dal caso delle sim: «Si impone una declaratoria, nei loro esclusivi confronti (di Luciano e dell’arbitro Gabriele, ndr), di improcedibilità del deferi­mento» accogliendo «l’eccezio­ne di carenza di giurisdizione sollevata dalla difesa», secon­do la quale «la rinuncia da parte di un tesserato federale a tale sua qualità, intervenuta anteriormente all’inizio di un procedimento disciplinare in­staurato a suo carico rende il dimissionario non più sogget­to al vincolo di giustizia». Da lì partirà la battaglia di Moggi: che all’ipotesi di ricorrere alla giustizia ordinaria, ammini­strativa e contabile fa riferi­mento da mesi. Diversa la si­tuazione di Giraudo e Mazzi­ni: l’ex vicepresidente ha già fatto sapere che intende, una volta ricevuta la comunicazio­ne ufficiale, combattere la sua battaglia all’Alta Corte di giu­stizia del Coni”.\r\n\r\n\r\n

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Pubblicato da
Alberto Zamboni