L’ex dirigente bianconero Luciano Moggi (già sospeso fino al 2011) è stato squalificato a vita da qualsiasi incarico da tesserato FIGC. La Sezione consultiva della Corte Federale, sotto la presidenza di Giancarlo Coraggio, ha espresso il proprio parere sull’interpretazione dell’articolo 19 del codice di giustizia sportiva, in materia di preclusione nei ranghi della Figc. Il presidente, Giancarlo Abete aveva chiesto alla Corte di sciogliere il nodo su chi dovesse decidere l’eventuale radiazione dell’ex dirigente juventino e degli altri imputati di Calciopoli condannati a 5 anni di squalifica nel 2006. Prima del 2006, le norme federali prevedevano che la giustizia sportiva potesse proporre al presidente federale la radiazione di un tesserato così come è avvenuto per Luciano Moggi, Antonio Giraudo e per l’ex vice presidente della Figc, Innocenzo Mazzini. Con la riforma effettuata dal commissario Guido Rossi, il potere di radiare un tesserato è passato alla giustizia sportiva. La squalifica di Moggi, Giraudo e Mazzini sarebbe scaduta nel 2011 e con una nota della serata di ieri la Corte di giustizia federale ha definitivamente chiarito: «Si ritiene che il provvedimento di preclusione debba ritenersi implicito, quale effetto ex lege, nelle decisioni con cui gli organi della giustizia sportiva, dopo aver irrogato la sanzione della sospensione nella misura massima, si sono pronunciati nel senso della particolare gravità delle infrazioni». Tradotto in italiano significa: Luciano Moggi non è stato radiato, ma lo consideriamo tale in quanto condannato a 5 anni. Un’estensione arbitraria, se vogliamo un’altra invenzione, dopo il famoso “illecito strutturato” mai esistito nell’ordinamento sportivo e tirato fuori dal cilindro di Sandulli del 2006.\r\n\r\nPotete leggere qui il parere integrale della Corte Federale che radia Moggi e Giraudo