Moggi: “Juve accerchiata perché di nuovo in vetta”

“Sono tanti gli arbitri di una partita, invitarli tutti a cena, anziché mandarli ad arbitrare, potrebbe mettere di fronte ad un conto troppo salato, se invece vengono mandati in campo tutti assieme e per una stessa partita, è come assicurare un casino quasi certo, visto che nessuno sa o vuole recitare la propria parte”. Luciano Moggi entra a gamba tesa sulle polemiche arbitrali degli ultimi giorni, e lo fa come di consueto nella sua rubrica per il quotidiano ‘Libero’. Nel prosieguo del suo intervento, Moggi spiega meglio quale sia il suo pensiero in merito: “Esemplifichiamo portando il nostro pensiero. Per quanto attiene il fuorigioco gli arbitri devono necessariamente seguire le decisioni dell’assistente di linea, i giudici di porta invece si chiamano cosi perché devono osservare se il pallone varca la linea o meno , il famoso “gol non gol”. Quest’ultimi, o meglio alcuni di loro, si atteggiamo però ad arbitri veri e propri dando indicazioni che non dovrebbero, ad esempio nel fuorigioco, infatti il giudice di porta e nelle stesse condizioni dell’arbitro nella valutazione del fuorigioco, solo l’assistente, che dovrebbe stare in linea, può decidere”.\r\n\r\nSi tratta della premessa per addentrarsi in quanto successo domenica all’ora di pranzo a Catania:\r\n

Ed è il caso di Catania-Juve dove l’assistente Maggiani, che aveva convalidato il gol regolare del Catania, si è fatto poi confondere da Rizzoli che, in queste vesti, riesce a fare quasi sempre quello che non dovrebbe disorientando le idee a tutti, arbitro Gervasoni compreso, facendogli annullare il gol. E Rizzoli, in questa veste, non è nuovo a decisioni sbagliate: basta ricordare il rigore che permise alla Juve di raggiungere il pareggio (2-2) nella Supercoppa di Pechino contro il Napoli, quando riuscì a confondere le idee all’arbitro Mazzoleni facendogli concedere un rigore inesistente. Nonostante ciò, (che avvantaggia ovviamente i bianconeri), siamo comunque del parere che la Juve sia la vittima di una situazione paradossale che investe il mondo del calcio e i suoi troppi interessi, soltanto colpevole di essere ritornata a far paura, colpevole di aver vinto il campionato 2011-12 e di essere in testa alla classifica in questo 2012-13, vittima anche di quella sudditanza psicologica che Gussoni disse essere nata con il calcio. E le vittime sono di solito perseguite, magari dagli arbitri stessi, che, impauriti dal baccano di Catania, staranno attentissimi a non sbagliare a favore della Juve, che vuol significare poi andarle contro.

\r\nSuccede, insomma, quello che è sempre successo, anche prima del 2006…\r\n

Accadeva e accade, quindi niente di nuovo sotto il sole. Il tipo di accuse alla Juve, se possibile più becero che mai, le circostanze queste sì abbastanza singolari, un consulto di 44 secondi tra i molti (troppi) arbitri in campo, Nicchi e Braschi ad ammettere poi che era stato un errore dell’assistente. E se questo significa, come significa, che la Juve non c’entra niente, ci tornano alla mente i fatti del passato, quando ad ogni costo si volevano vedere maneggi e complotti, rifiutando l’esistenza di semplici errori. Pulvirenti immaginifico, «è stata la panchina juventina a fare annullare il gol». La mezza gamba di Bendtner in fuorigioco sul gol di Vidal ha fatto poi il resto. La giornata è stata un fiasco per gli arbitri e gli assistenti, Zeman sul rigore dato all’Udinese non ha torto ad arrabbiarsi, sugli altri campi c’era un rigore per la Lazio e il gol di Mauri era valido e al San Paolo manca un penalty per il Chievo, conclude Moggi.