Martedi, al processo Calciopoli, ha deposto Fabio Monti, giornalista del Corriere della Sera, “tifoso” non confesso (?) dell’Inter, raccontando chiacchiere varie di riporto, senza ricordare però cosa aveva scritto il 26 febbraio 2001 sulla clamorosa mancata ammonizione all’interista Di Biagio, non data dall’arbitro Nucini durante Inter- Udinese 2-1: traspare solo goduria per il successo nerazzurro. Domanda pertinente al processo e di particolare valenza per appurare se e come un giornalista sa scindere il tifo dai valori deontologici. E se su “Tutto Juve” Massimo Pavan giudica «vergognoso che pagine di quotidiani nazionali siano permesse a giornalisti pseudo tifosi», non si può non convenire che tutto ciò si traduce «in una scorrettezza inaudita che ha preso in giro e condizionato l’opinione di molti italiani». Calciopoli è nata da queste chiacchiere, da chi le ha diffuse e ne ha approfittato per alimentare l’ingiusta mania di far pulizia col solo presupposto di eliminare la concorrenza. Che non significa poi far pulizia, e si vede. Una grande squadra non c’è più, fatica a rialzarsi, ma quasi per nemesi il torto fattole lo sta scontando tutto il calcio italiano e, me ne dispiace, la Nazionale.\r\nMonti non ha solo grandi simpatie per l’Inter, ha anche in grande antipatia la Juve. È nota la creazione nel 1983 del “club Magath” per esaltare il giocatore tedesco dell’Amburgo che con un gol aveva fatto perdere alla Juve una Coppa Campioni. Con Facchetti, Monti discorreva – così ha raccontato – di arbitri che avrebbero ruotato nell’orbita Juve. Era un’ossessione dello scomparso presidente che dimenticava tutto ciò che di anomalo (e di più) faceva lui (rimando alle intercettazioni riscoperte). A Monti vorrei segnalare alcuni casi e poi chiedere le sue valutazioni, basate sullo stesso metro di quelle conversazioni. Prima di andare molto indietro, pensiamo a domenica: alle 15, il Genoaa San Siro sipresenterà senza Ballardini in panchina e senza Criscito, Veloso e Floro Flores, squalificati: uno per reparto, che casualità! Samp-Inter (domenica scorsa): l’arbitro Gervasoni assegna ai nerazzurri una contestata punizione e la fa battere prima che il portiere finisca di sistemare la barriera. Secondo atto, rigore «nettissimo e sacrosanto» negato ai blucerchiati, dice l’ex arbitro Graziano Cesari. Due giornate prima l’Inter ha affrontato il Cagliari, arbitro Celi, vincendo con un gol viziato da un doppio fuorigioco. Scorsa stagione, Gervasoni arbitra Fiorentina-Bari (2-1), vigilia del confronto dei pugliesi con l’Inter. Ricordate le ammonizioni mirate attribuite alla Juve? Beh, un animo meno che sospettoso potrebbe pensare a questo visto che Gervasoni espelle Almiron. Più indietro, 20 dicembre 2008, l’Inter vince a Siena (2-1) con due gol di Maicon, ma il secondo è «in netto abissale fuorigioco con ben quattro giocatori»; per l’arbitro De Marco è regolare. Il 20 gennaio 2008 Gervasoni (rieccolo) dirige Inter-Parma e ne fa di tutti i colori, indovinate a favore di chi. Ammissione di Collina: sbaglia a non dare il rigore al Parma per una spinta di Cordoba a Corradi, sbaglia a dare all’Inter il rigore del 2-2. Couto rinvia di testa, poi la palla scivolando tocca un braccio. A due minuti dalla fine l’Inter passa dall’1-2 al 3-2. C’è anche un mancato rigore per un mani di Quaresma contro il Chievo (arbitro Pierpaoli, 6 gennaio 2010) e una punizione inesistente (arbitro Peruzzo) con cui l’Inter raggiunge il Siena sul 3-3 prima di sorpassarlo (9 gennaio 2010) al 92’. Se applichiamo a tutto questo quadro non la casualità, che tanto piace di questi tempi, ma l’altro più mirato criterio oggetto di quelle conversazioni dovremmo sospettare, come Ju29ro, di una «combriccola» a favore dell’Inter, con un «capo cupola e diversi ascari». Non arrivo a tanto, di sicuro Gervasoni è sfortunato ogni volta che trova l’Inter.\r\nArrigo Sacchi, attualmente in Figc come “coordinatore delle Nazionali Giovanili”, dalla sua posizione apparentemente distaccata di grande guru diceva che la Juve era forte ma usava scorciatoie. Dopo quanto appreso in udienza da Baraldi, quando l’Arrigo andava ad incrociare in autostrada i designatori Bergamo e Pairetto per condurli a cena a casa di Tanzi, dovrebbe aggiornare il suo racconto: se la Juve usava scorciatoie, lui usava autostrade. E per adesso lasciamo stare le intercettazioni rinvenute…\r\n\r\n(Di Luciano Moggi per ‘Libero’)