Moggi e Giraudo non saranno radiati: lo scrive anche Palombo sulla Gazzetta
Lunedì sarà una giornata molto importante per il processo di Calciopoli. Dopo aver sentito le requisitorie fiume dei PM, le cui tesi accusatorie si sono fermate ai fatti del 2006 e non tengono conto delle 170mila telfonate venute fuori negli ultimi 5 anni, la parola passerà alle difese degli imputati, che già udienza dopo udienza hanno frantumato la farsa confezionata in soli 20 giorni. Nella stessa giornata, poi, la Figc dovrà decidere se radiare gli stessi imputati di Calciopoli Moggi, Giraudo e Mazzini. Come ci si attendeva, con buon grado di certezza ciò non avverrà. Pensate che a scriverlo è anche Palombo della Gazzetta, una delle parti attive nella realizzazioen delle informative del 2006 e da sempre quotidiano schierato dalla parte di Auricchio e Narducci. Leggete un po’…\r\n
Radiazioni o conciliazioni? Sono agitati i sonni in Federcalcio e le accuse (poco pertinenti) di inerzia sul fronte del calcioscommesse c’entrano poco. Prima di tuffarsi in nuovi processi ci sono infatti da chiudere due questioni: l’esposto Juve, e la parola di Abete («Fine entro il 30 giugno») è una garanzia; e il procedimento nel quale Disciplinare e poi Corte di giustizia federale dovranno decidere se Giraudo, Moggi e Mazzini vanno radiati. Quest’ultimo aveva presentato ricorso all’Alta Corte di Giustizia presso il Coni chiedendo la nullità del nuovo procedimento: l’Alta Corte gli ha dato torto, ma con dei passaggi nella motivazione tali da preoccupare molto la Federcalcio. La radiazione «non può configurarsi come atto dovuto e vincolato senz’altra valutazione rispetto alla precedente condanna…» e ancora «l’applicazione della ulteriore misura sanzionatoria ha come presupposto la precedente condanna disciplinare, ma comporta necessariamente un’ulteriore valutazione discrezionale e perciò con maggiore obbligo di motivazione…». Non bastasse, viene ricordato che la parola fine la metterà proprio l’Alta Corte, «ultimo grado della giustizia sportiva». Come a dire, Figc avvisata, mezza salvata. Non finisce qui. C’è un altro e forse più significativo motivo per cui i tre imputati, al di là dei distinguo sottolineati nella memoria difensiva di Giraudo, hanno tutti discrete possibilità di cavarsela. Il precedente riguarda Walter Sabatini, il neo diesse della Roma degli americani, squalificato il 23 marzo del 2000 per cinque anni con richiesta di radiazione per una storia di baby-calciatori. Radiazione che Franco Carraro, coi poteri che erano conferiti all’allora presidente federale, rese esecutiva ma 38 mesi dopo, il 15 marzo 2003. Sabatini si appellò alla Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni: cavallo di battaglia della sua difesa, che non potessero per nessun giustificato motivo trascorrere oltre tre anni (38 mesi) tra squalifica e sopraggiunta radiazione. Una tesi così vincente che infatti non si andò nemmeno a sentenza. I «buoni consigli» della Cca del Coni furono recepiti dalla Federcalcio al punto da suggerire una sorta di «conciliazione privata» (non cercatela, non ne troverete traccia) con Sabatini. Addio radiazione ma sotto silenzio, come è poi capitato anche con Preziosi. Se 38 mesi vi sembran pochi, calcolate che per Giraudo, Moggi e Mazzini ne sono passati 58…\r\n\r\n