Mentre il giornalista del ‘Fatto Quotidiano, Oliviero Beha, si chiede se la sentenza pronunciata qualche giorno fa a Napoli abbia fatto realmente giustizia (per ora, visto che si tratta solo del primo grado), Luciano Moggi torna sul suo martedì nero dalle colonne del quotidiano ‘Libero’: “La cosa che oltre la sentenza mi ha colpito particolarmente e mi ha fatto restar male, è l’esultanza di un tizio che in aula a Napoli era seduto poco distante a me – esordisce l’ex direttore generale della Juventus – Era l’avvocato della Juve e subito dopo la sentenza è esploso in un poco carino «abbiamo vinto!». Credo che il grande giurista non abbia capito nulla. La mia condanna in primo grado significa la sconfitta della Juve nella rincorsa agli scudetti numero 28 e 29. Scindere la Juve da me mi sembra una cosa impossibile: il sottoscritto all’epoca dei fatti era il dg della Juve e lavorava a stretto contatto con l’allora ad, Antonio Giraudo. Ecco, Antonio Giraudo era la Juve ed era quello che in passato aveva fatto sapere pubblicamente che non si poteva spendere una lira senza la sua firma. Per fortuna della Juve io non sono colpevole e farò di tutto per dimostrare la mia innocenza”.
Una volta pronunciata la sentenza, tutti i colpevolisti, nessuno escluso, che in questi anni di udienze e dibattimenti si erano un po’ svincolati dal processo di Napoli, viste le nuove intercettazioni che sono venute fuori, sono tornati più presenzialisti che mai a rilasciare interviste. “Ho sentito interviste sull’argomento e non potevano mancare Capuano e anche l’assessore alla legalità di Napoli Narducci il quale addirittura ha detto che la mia difesa ha portato non prove a discarico, ma intercettazioni coinvolgenti altri imputati. Falso – spiega Moggi -. La mia difesa ha cercato di non incorrere nell’equivoco di fare un calderone per dimostrare che tutti facevano la stessa cosa. Non l’abbiamo mai pensato e vi porto un esempio: l’arbitro di Udinese-Brescia, 26 settembre 2004, 4ª giornata d’andata era Dattilo, assistenti Camerota e Alessandroni e Castellani quarto uomo. I pm dicono che Moggi, Giraudo e Dattilo in concorso tra loro ebbero un atteggiamento doloso consistente nell’ammonizione di calciatori diffidati che non avrebbero potuto giocare nella partita successiva contro la Juve. I giocatori ammoniti furono Pinzi, Muntari e Di Michele; il giocatore espulso fu Jankulovski. Peccato che i tre giocatori ammoniti non erano diffidati e giocarono contro la Juve. L’assistente Camerota, chiamato in aula dichiara sotto giuramento che Jankulovski fu fatto espellere da lui e non dall’arbitro che non aveva visto nulla. Ne consegue che i pm hanno descritto tutta un’altra partita. Questo è solo un esempio e ce ne sarebbero altri che per mancanza di spazio non descrivo.
Appunto finale: a tutti quelli che dopo la sentenza hanno esultato consiglio maggior tatto. Ci sono imputati ora assolti come il giornalista Ignazio Scardina che hanno attraversato momenti davvero difficili. Non si scherza con le vite degli altri. Ricordate Enzo Tortora? Magari quelli che lo condannarono, in segreto andranno a pregare sulla sua tomba”.