“Se il campionato era regolare, il sorteggio regolare bisogna capire allora qual è il reato?”. Sono queste le prime parole di Luciano Moggi dopo la pubblicazione delle motivazioni che hanno portato alla sua condanna a Napoli. L’ex direttore generale della Juventus, è stato raggiunto da ‘Panorama’ a cui ha confermato di non essere stato difeso dalla società nel 2006. Le sim? “Confermo che furono usate solo per il mercato e questioni commerciali”, aggiunge Moggi che non essendo colpevole di aver falsato il campionato 2004-2005 si chiede: “E chi l’avrebbe falsato? Non avevo dubbi. Io conosco la mia storia personale che si rispecchia in quello che scrivono le motivazioni. Io posso solo dire che non ho fatto niente e mi pare che dalle motivazioni emerga”. \r\n\r\nCiò che è chiaro dalla motivazioni, è che l’impianto dell’accusa ne è pesantemente ridimensionato:\r\n\r\n“Non avevo dubbi però poi ci sono i meccanismi della legge. Non ho fatto nulla e le motivazioni andranno decifrate per bene. Leggiamo bene e vedremo come muoverci. Ma già i due anni del processo erano stati chiari e non poteva andare diversamente”.\r\n\r\nQueste motivazioni, dunque, danno nuova linfa a Moggi per andare avanti nella battaglia processuale?\r\n\r\n“Non lo faccio solo per me. Per non aver fatto niente sono state distrutte delle famiglie di persone che conoscevo solo sotto il profilo professionale; mi riferisco a Dondarini, Bertini, Dattilo, Pieri, De Santis e tanti altri… Parlavo con loro solo quando venivano ad arbitrare la Juventus e sono stati coinvolti per distruggere me. C’è chi ha fatto il rito abbreviato solo perché non aveva i soldi per pagarsi il processo come Pieri e Dondarini. Queste cattiverie non si possono tollerare. E’ per loro che vado avanti a combattere”.\r\n\r\nLa difesa al grido “così facevan tutti” non è dunque servita?\r\n\r\n“E’ giusto che il ‘così facevano tutti’ non cancelli la responsabilità penale, però bisogna trovarla una responsabilità. Se tutto era valido, se il campionato era regolare e il sorteggio era regolare bisogna capire qual è il reato”.\r\n\r\nInfine, la chiusura sul possibile ritorno alla Juventus:\r\n\r\n“Non mi va di parlarne perché non voglio mettere in difficoltà nessuno e nemmeno me stesso. E poi devo continuare a combattere”.