Moggi: “Abete in difficoltà. Moratti di che ti lamenti?”

Ha vinto la Spagna, viva la Spagna! L’Olanda ha provato a scardinare l’assetto della squadra iberica, aggredendola anche oltre il dovuto, ma alla distanza le sono mancati gli uomini decisivi. Robben ha fallito l’occasione più grossa e Sneijder non ha trovato lo spunto vincente: gli costerà il Pallone d’Oro che in Spagna vorrebbero fosse dato ad Iniesta per il gol della finale, a coronamento di una prestazione di assoluto valore. Iniesta fu assente nei due scontri Barcellona-Inter: la sua presenza avrebbe creato più difficoltà a Mourinho. La Spagna ha vinto con sette giocatori del Barcellona, a con-ferma di uno dei miei principi guida: una Nazionale è più forte se può avvalersi di un gruppo compatto, di solito quello della squadra campione. Come accadeva con la Juve, come non può accadere con l’Inter.\r\nFinale non bella, raramente lo è, Mondiale sopravvissuto alla fuoriuscita delle protagoniste più attese. Blatter ha vinto la sua scommessa di portare il grande carrozzone in un Paese vasto. Noi continuiamo a non essere nei suoi pensieri. Al concerto premondiale di Shakira, nel quale la Coppa del Mondo fu consegnata simbolicamente alla federazione sudafricana da Vieira (francese e secondo a Berlino), noi non fummo invitati. Hanno ripiegato con la presenza di Cannavaro alla cerimonia conclusiva, ma resta quello schiaffo, uno dei tanti subiti dalla Figc.\r\nNel frattempo Abete è tutto proteso a lanciare cortine fumogene perché nessuno si ricordi di quelle dimissioni chieste da più parti, tranne da chi avrebbe dovuto proporle. È nata così l’idea maldestra, per i tempi in cui è stata concepita, di tagliare un extracomunitario in pieno mercato, e subito dopo l’idea (ancor più goffa) di farsi scudo con una chiamata di amati ex azzurri in cariche tecniche affastellate per la bisogna. Il vero scopo è stato raggiunto, mugugnano Tavecchio e Macalli ma di dimissioni non si parla più.\r\nNel frattempo ecco l’ultimo papocchio: verrebbero fatti salvi i contratti in essere per il secondo extracomunitario, rimedio peggiore del male, con tanti saluti ad una parità tra i club, dove potrebbero spuntarla i più scaltri. In quanto agli ex azzurri, in una parata dove ci sono già Albertini, vicepresidente federale, e Riva accompagnatore della Nazionale, il problema è uno: se sono cariche di facciata, nulla quaestio, se devono funzionare non basta il gran de nome. Meglio si fossero chiamate a raccolta collaudate capacità manageriali ma ad Abete interessa solo far fumo.\r\nLa sfuriata di Moratti contro la Federazione per l’inibizione (minima) inflittagli per gli accordi per la cessione all’Inter di Milito e Motta, è stata strombazzata sui giornali. Per fortuna il web ha fatto capire a tutti il reale significato di quella presunta offesa. Chiarissimo il titolo di Calcioblog “Quando il più forte perde il senso del ridicolo”, che affonda le sue critiche su “un vittimismo privo di alcuna giustificazione”. Moratti avrebbe dovuto ringraziare la Federazione, brava nel costruire un’ulteriore specchietto per le allodole con quella risibile ammonizione, e genuflettersi perché da parte dell’organo giudicante non un solo accenno è stato fatto sulla validità di quei contratti, che a quel punto avrebbe dovuto essere nulla come sottolineato dai media tedeschi. Ju29ro ha riportato le loro critiche sulla solita giustizia all’italiana e la mancata applicazione delle regole. Paradossale pensare che Palazzi abbia impiegato un anno per deferire Moratti e Preziosi e sia giunto a tanto solo perché ,nel frattempo, c’erano da sanzionare i Menarini per i presunti rapporti con il sottoscritto, anche se non c’è alcuna verosimiglianza di questione. Preziosi è soggetto inibito, affiliato alla Figc e sottoposto alle regole della (in)Giustizia Sportiva, mentre il sottoscritto, dimessosi il 16 maggio 2006, è un libero cittadino che svolgendo attività di opinionista sportivo in tv e su questo giornale deve chiedere “l’autorizzazione” solo al suo editore per poter parlare anche con i dirigenti calcistici. Capito Palazzi?