Moggi: “A novembre altre verità scomode su Calciopoli. Anche gli interisti mi esortano ad andare fino in fondo”

Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus e principale imputato del processo (farsa) di Calciopoli, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano ‘Avvenire’ in cui ribadisce quanto ripetuto in questi 5 anni di dibattimento dal suo pool di difensori: “Calciopoli è stato un grosso male che ha causato tante vittime. Io non mi sento più vittima dal giorno in cui ho letto bene quali erano le accuse nei miei confronti e che tipo di intercettazioni erano state usate contro la mia persona. Allora ho capito che dovevo combattere contro un sistema che era torbido e in cui domina l’invidia. Se prendi Zidane a 7 miliardi e poi sei capace di rivenderlo per 150 al Real Madrid, ecco che ti attiri tutta l’invidia delle altre società. Se poi uno come me ha avuto anche il merito di fare delle squadre in cui 9 giocatori erano della Nazionale e nella finale Mondiale Italia-Francia del 2006 otto giocavano nella Juventus, è normale che in questo sistema diventi l’uomo da combattere e possibilmente da fare fuori . L’unico peccato che mi posso rimproverare è stato vincere tanto con la Juventus e non perché gli arbitri ci davano una mano, ma semplicemente perché avevamo la squadra più forte. Mai sentita una vittima. Ripeto, qui le vittime sono tutti coloro che amano il calcio al quale cinque anni fa è stato inferto un colpo mortale”, ha puntualizzato Moggi.\r\nPoi ‘Bug Luciano’ è tornato sulla radiazione e sui metodi della giustizia sportiva: “Io non ho più nessuna fiducia nella giustizia sportiva che mi ha radiato. Ma ne ho ancora nella giustizia ordinaria e posso assicurare che a Napoli nella sentenza di novembre emergeranno ancora tante di quelle verità… Presto tutti capiranno che le responsabilità di Calciopoli risiedono molto in alto. Vorrei che mi spiegassero come Preziosi possa ancora fare il presidente del Genoa, essendo per lui elusa una radiazione. O perché le intercettazioni dell’Inter escono solo dopo quattro anni e solo grazie ai miei consulenti. O perché Moratti prima mi voleva nella sua società e poi tramite i suoi amici della Telecom mi faceva pedinare e intercettare”.\r\nTra i grandi accusatori di Moggi, ci sono stati in questi anni Baldini e Zeman ,le cui testimonianze però non hanno trovato riscontri nelle prove a Napoli, anzi spesso hanno avuto come conseguenza l’ilarità della corte: “Di Baldini chiedete a Gabriele Oriali cosa gli ha combinato sulla vicenda del passaporto falso di Recoba e non credo che vi dirà che è una vittima… Zeman invece ha detto che io non lo facevo più allenare: è falso. Davanti ai giudici ha anche dichiarato che lui non è mai stato esonerato nella sua carriera… Ridevano tutti in aula”.\r\nOggi, però, Moggi è un uomo sereno ed è pronto ad affrontare le prossime sfide della giustizia: “Sono un cristiano e un credente, io conosco il valore del perdono. Prego per me e per gli altri e se posso cerco solo di fare del bene, ma ora chiedo giustizia. I tifosi juventini sono tutti con me. Le posso assicurare che la maggior parte delle persone che incontro per strada mi ferma e mi chiede l’autografo o di fare la foto insieme. Anche gli interisti, anzi molti di loro mi esortano ad andare fino in fondo perché hanno capito che c’è qualcosa che non torna nella farsa di Calciopoli”.