Pare che a quelli della Gazzetta siano andate di traverso le dichiarazioni di Allegri a “le Iene” che riferivano anche del sottoscritto. «Moggi? Geniale». Perché? «Perché quello che ha fatto nel calcio, è stato qualcosa di eccezionale». Immagino il trambusto, ma data la gravità della cosa, decisione all’istante: lasciare tutto così com’è, evitando però il riferimento nel titolo, o semplicemente tagliare? È passata la cancellazione, ed eccola, l’intervista ad Allegri, riportata su Gazzetta.it. Il passo su di me, sotto il bulldozer. Qualcuno però deve aver cominciato ad aver dubbi su cosa fare per il cartaceo. Sul web, il giudizio su di me era tra i pensieri (di Allegri) più titolati. E se la Gazza continuava ad ignorarlo dove se ne andava la completezza d’informazione? Urgeva una soluzione. Ed eccola. \r\nSul cartaceo infatti il passo che mi riguarda viene riportato nascosto, nessun riferimento nel titolo, però con una rara sottigliezza, una sorta di prova pratica di alterazione del pensiero altrui. Allegri aveva risposto a domanda precisa su Calciopoli: «Una pagina brutta del calcio» e la redazione avrà a questo punto pensato “ecco il punto giusto, Moggi bello e sistemato”. Ed infatti il punto è riportato sul cartaceo a fare da pendant con il «geniale». Attenzione. Allegri aveva risposto a un’altra domanda secca («Ora che non c’è Moggi il calcio è più pulito?») con risposta altrettanto secca: «Credo che sia stato sempre pulito, si strumentalizza un po’ troppo». La risposta è stata cassata, prova pratica di incompletezza del pensiero altrui, che non lo fa capire e dunque lo altera. Potete scegliere la definizione del metodo: fazioso, prevenuto, persecutorio. In ogni caso inattendibile. Cose simili accadono purtroppo anche nei resoconti del processo di Napoli, inevitabili se il giornale continua a mandare il suo solito “agente all’Avana”, che ha collaborato e probabilmente anche indirizzato (indebitamente) gli inquirenti, alias Maurizio Galdi. Ben diverso il comportamento del giornale quando le cose da riportare sono quelle gradite. Stavolta “le Iene” intervistano Moratti e la frase appare puntuale nel titolo «Moggi? Senza di lui il calcio è migliore». Questo purtroppo è il mondo in cui viviamo. Nel 2006 titoli a tutta pagina e becero giustizialismo, un ndirizzamento violento («Processateli») buono per l’opinione pubblica, ma anche per i tribunali sportivi, indotti a condannare non su fatti o tantomeno su reati, ma «sul sentire comune» (attestazione esplicita di uno dei giudici, prof. Serio), cioè sulle chiacchiere da bar.\r\nE qual è lo scenario di oggi? Un lungo dibattimento nel processo penale di Napoli è da poco concluso, la pubblica accusa ferma anch’essa le lancette al 2006, come se le testimonianze (che hanno smantellato i capi d’accusa) da essa stessa richieste, non ci fossero mai state. Un curioso parallelismo con la Procura Federale Figc, che con l’approssimarsi della scadenza dei 5 anni di squalifica, ha inventato un pastrocchio giuridico per arrivare alla radiazione (di cui dovranno ovviamente rispondere civilmente tutti i firmatari), impedendo così agli interessati il ritorno alla loro giusta attività. La Procura Federale vorrebbe ora procedere verso la sentenza capitale “a sentenze rese”, formula astrusa e biasimevole come valore di assoluta ingiustizia. Si vorrebbe cioè prendere quella decisione basandosi solo sulle condanne dell’epoca, ignorando l’enorme quantitativo di verità venuto fuori a Napoli. E ciò dopo che ogni possibile garanzia a favore degli incolpati era stata vilipesa nei processi sportivi del 2006, una farsa viste le poche e selezionate intercettazioni che furono prese a sostegno (?) delle accuse.\r\n\r\nDi Luciano Moggi per Libero