Michela Quattrociocche: “Contenta se la Juve vince lo scudetto. Ma non mi spoglio!”

Michela Quattrociocche, dal 2008 è fidanzata con il neojuventino Al­berto Aquilani e ha seguito il suo “principe”, come ama definirlo lei stessa, a Torino. Il primo im­patto con la Mole Antonelliana e il Museo del cinema di Torino la lasciano senza parole. Michela osserva, si guarda intorno, si sdraia nelle poltrone sistemate davanti ai maxischermi. Con gli occhi incrocia lo sguardo del suo Alberto. Qualche sogno lo trat­tiene, qualcuno le fuoriesce. Il grande schermo è il suo mondo, Aquilani la sua vita. Lo ha se­guito a Liverpool, ora stanno cercando casa a Torino. Tra due settimane uscirà nelle sale cine­matografiche con “Sharm el Sheikh – Un’estate indimentica­bile”. Ecco uno stralcio dell’intervista concessa a ‘Tuttosport’.

E’ diventata popolare come protagonista dei film di Federi­co Moccia. Romantica lo è anche nella vita di tutti giorni.

«Sono legata a certi princìpi e mi piac­ciono le cose all’antica. Matrimo­nio? Girate la domanda ad Al­berto: sarà lui a dovermelo chie­dere… ».

In che modo?

«Una bella dichiarazione. Alber­to in ginocchio che mi chiede la mano. Una cosa semplice. Mi fermo qui, rischio di dargli trop­pi consigli».

Ma Aquilani ne ha bisogno o è romantico di suo?

«E’ romantico. Sul polso ha ta­tuato una “M” di Michela. A Li­verpool, dopo il primo gol, l’ha baciata e ribaciata. Stupendo».

E’ arrivato a organizzarle una serata romantica come quella di Raoul Bova in “Scusami ma ti voglio spo­sare”. Viaggio a sorpresa a Parigi e dichiarazione sulla Senna…

«Di bei gesti ne ha fatti tanti. Mi viene in mente la sorpresa per l’ultimo compleanno. Mi ha por­tato in un locale romantico di Li­verpool. Una meraviglia. Aveva curato tutto. Indimenticabile».

E il suo di gesto.

«Non dico quale, ma ho rinun­ciato a un film per non allonta­narmi da lui. Ci saremmo visti poco. Non avrei potuto sopportarlo ».

Si spoglierebbe per un film?

«No, mai!».

E se vincesse lo scudetto la Juventus?

«Nemmeno… Però se lo vinces­se sarebbe bellissimo».