Il ragazzo del sud che emigra, che riesce a raggiungere una grande squadra, la Juve. Fabrizio Miccoli in quegli anni toccava il cielo con un dito, ma non poteva pensare che avrebbe passato dei brutti momenti. Appena arrivato subì l’imperativo ordine di tagliare i capelli e togliere l’orecchino e, qui, il primo choc. Poi momenti di gioia alternati a momenti di tristezza. La scarsa considerazione avuta dall’allora tecnico, fino al suo espatrio in Portogallo, al Benfica. Lì Miccoli ritornò ad essere la freccia del sud e fu subito amato dai lusitani. Oggi non scorda gli anni trascorsi in Portogallo, ma non dimentica nemmeno quelli di Torino. I primi con dolce simpatia, i secondi con una certa acredine. Per lui, la freccia del sud, incontrare la Juve è sempre un momento di dolce vendetta. Poter segnare un gol ai bianconeri gli dà un sapore particolare a cui non vorrebbe mai rinunciare. Oggi, alla vigilia dell’incontro con la Vecchia Signora, non fa proclami, cerca, anche qui, una rivincita e dichiara: ” Se a Palermo ci sono tanti siciliani che tifano Juve, speriamo che a Torino i tanti siciliani che ci sono tifino Palermo” . Nessun proclama roboante, ma è chiaro lo stato d’animo che si crea in lui quando incontra la Juve.\r\n(Credits: Tuttojuve)