Weston McKennie, centrocampista della Juventus, ha parlato dal ritiro della nazionale americana. L’ex Schalke 04 aveva iniziato bene la stagione, poi il virus lo ha fermato per due settimane, ma ora si è ripreso ed ha intenzione di riprendersi i propri spazi in bianconero. Da quando è a Torino, il texano giocherellone ha legato molto con Gigi Buffon, ex capitano che potrebbe essere addirittura suo padre. Ovviamente, è stato tutto lo spogliatoio della Vecchia Signora ad impressionare McKennie: “Al momento di conoscere i giocatori della Juventus mi sono detto: ok, sono delle leggende viventi, ma io devo essere me stesso, non posso tradire la mia indole che è quella di un ragazzo sempre molto diretto e un po’ guascone. E così ho fatto. Ho iniziato a scherzare con Ronaldo – rivela – parlandogli senza particolare deferenza anche se lui è un mio idolo”.
A proposito di CR7, il centrocampista americano non può che confermare quanto di buono dicono di lui sostanzialmente tutti gli altri compagni. “Ronaldo è una persona simpatica, alla mano, che ti fa sempre sentire parte della squadra. Mi piace vedere come si allena: in palestra o in campo, che sia un allenamento atletico o un’esercitazione di tiri, dà sempre il cento per cento. È incredibile quanto mette nel suo lavoro. E poi, come Buffon, dopo l’allenamento chiacchiera sempre – insiste – mettendo a proprio agio chiunque”.
Parlando di razzismo, poi, McKennie racconta un episodio legato al presidente Andrea Agnelli: “Il giorno della firma tramite il capo della comunicazione del club mi ha regalato un libro su Mandela. Mi ha fatto capire che quel libro era un simbolo. Era come dire: “Sappi che noi siamo sempre con te. Anzi, che ti daremo una mano. In questa lotta non sei solo”. Era solo un piccolo gesto, ma per me è stato monumentale”.