Mauro: “Blanc e Elkann, basta proclami! Pensate a programmare”
Ai dirigenti della Juventus vorrei solo consigliare prudenza. C’entra poco il rocambolesco pareggio con il Siena dopo il 3-0 in dieci minuti. La mia considerazione prescinde dagli ultimi risultati. Ma ho sentito in settimana tutto lo stato maggiore juventino, dal proprietario John Elkann al presidente Jean Claude Blanc, scendere in campo con dichiarazioni degne di una squadra vicina allo scudetto o ad un passo dalla Champions. Abbiamo sentito elogi, anche giusti a Zaccheroni, e quel “finalmente la squadra gira bene…” che è stata di cattivo auspicio per la partita con il Siena. Consiglio prudenza perché la stagione della Juventus, anche con il quarto posto e magari la conquista dell’Europa League, dai vertici bianconeri deve essere considerata fallimentare. Non era forse Blanc a parlare a settembre di scudetto o almeno di unica squadra, la Juventus, in grado di poter contrastare l’Inter? Ricordo male, o si litivaga già per le “stelle” da mettere sulle maglie? Quelli erano gli obiettivi, giustificati da una campagna acquisti da 50 milioni di euro. Ora per favore lasciate perdere facili entusiasmi per una vittoria con il Fulham, decima squadra della Premier, o per una vittoria con la Fiorentina con la testa al Bayern. Meglio mantenere un profilo basso e cominciare a programmare seriamente la prossima stagione.\r\nHo visto Felipe Melo rispondere polemicamente al pubblico dell’Olimpico che lo fischiava. Lo capisco perché giocare con tanta pressione addosso ed in più fuori ruolo, non deve essere facile. Mi aspetterei, però, che qualche dirigente bianconero, un Secco per esempio, prendesse le difese del centrocampista titolare della nazionale brasiliana e spiegasse ai tifosi perché Felipe Melo gioca male: perché è sempre fuori ruolo, perché è un mediano di rottura e non di costruzione, perché se volevano un centrocampista centrale per un “rombo” non dovevano spendere 25 milioni per lui. Perché prima di comprare i giocatori bisognerebbe conoscerli.\r\n\r\n(di Massimo Mauro per Repubblica)