Matuidi: “La Juventus è la mia seconda giovinezza”

Blaise Matuidi, centrocampista francese della Juventus, ha rilasciato una lunga intervista a ‘L’Equipe’ dal ritiro della sua nazionale

Blaise Matuidi ha risposto alla convocazione della sua nazionale dopo aver vissuto i primi giorni da calciatore della Juventus. Intervistato da L’Equipe, il mediano ex Paris Saint Germain ha spiegato cosa ci sia stato dietro la sua scelta di vestire la maglia bianconera.

“Ho scelto la Juve perché è un grande club – le parole riportate da ‘calciomercato.com’ – , ambizioso, un’istituzione, una grande d’Europa che ho sempre invidiato. È la scelta per crescere ancora, nonostante i miei trent’anni. Firmando per la Vecchia Signora ho trovato una seconda giovinezza. Per me, il progresso continua”.

Di Matuidi alla Juve se ne parlava praticamente da un anno, ma alla fine il matrimonio è stato consumato solo a metà agosto. Tutto è bene quel che finisce bene, insomma.

“Cosa mi hanno detto i dirigenti della Juve? C’era una forte volontà di vedermi diventare un giocatore importante del club per i prossimi anni. Non è un trasferimento che si è concretizzato durante la notte – evidenzia il francese – , l’anno scorso era già in dirittura d’arrivo. Come si dice, meglio tardi che mai. Era il mio destino, il matrimonio è stato tardivo ma in ogni caso è stato celebrato. Spetta a me dimostrare sul campo che la Juve ha fatto bene a darmi tutta questa fiducia”.

Prima di dire sì alla Vecchia Signora, ovviamente, Matuidi si è consultato con cui la realtà bianconera l’aveva già vissuta in prima persona.

“Se ho chiesto consiglio a Pogba ed Evra prima di venire qui? Sì, l’avevo già fatto lo scorso anno. Sapevo cosa mi attendeva. Ho la fortuna di avere la mia famiglia che abita a Torino, la città la conoscevo. Il club parla da solo, basta guardare alla sua storia. Dopo la mia presentazione ho visitato il museo e sono entrato nella sala con tutti i trofei. Mi brillavano gli occhi. Il mio percorso professionale continuerà qui e questo rappresenta un orgoglio immenso per me”.

Ovviamente, lasciare il PSG non è stato facile dopo tanti anni, tantissime presenze e quella fascia di capitano indossata tante volte.

“Non è stato facile lasciare un club con cui ho condiviso tante esperienze. A Parigi ho trascorso sei bellissimi anni, con alti e bassi certo, ma porto con me soltanto bei ricordi. Ovvio, mi sarebbe piaciuto che certe cose fossero fatte in modo diverso, ma questo è il calcio. Il PSG voleva che rinnovassi? A un certo punto, sì. Verso la fine della scorsa stagione, mi hanno fatto capire che se avessi voluto rimanere, avrei potuto firmare. Ma già pensavo di andarmene. Ero convinto che una nuova avventura fosse necessaria: quando hai trent’anni, vuoi vedere se l’erba è più verde altrove. La mia scelta è andata verso una nuova sfida. Non mentirò: arrivando in Serie A, ho davanti a me una grande sfida sotto tutti i punti di vista, sportivo come finanziario”.

Al PSG nel frattempo sono arrivati tanti campioni, ma Matuidi non ha rimpianti, anche perché a Torino ne ha trovati altrettanti…

“Avrei preferito giocare con Neymar, Mbappé e Dani Alves? Ciò che contava per me era il mio futuro. Certo, sarebbe stato un piacere affiancare questi grandi giocatori, ma ce ne sono altri alla Juve, giusto? Buffon, Higuain, Dybala, Chiellini – che incarna questo club – e ne dimentico altri. Sono felice di crescere insieme a loro. Il capitano? Sì, è impressionante. E non solo dal punto di vista sportivo. Umanamente, è un tipo molto aperto, che mi ha accolto benissimo. Ma lo hanno fatto anche Pjanic e Benatia, che è cresciuto a Clairefontaine. È super”, conclude il centrocampista francese della Juventus.