Blaise Matuidi vittima di buu e insulti razzisti ieri sera al Sant’Elia durante Cagliari-Juventus, un episodio che sui media è passato quasi in cavalleria. Eppure, in passato, episodi analoghi hanno portato alla sospensione temporanea delle partite e a lunghi dibattiti. Evidentemente, ci sono calciatori di colore di serie A e di serie B, ma sta di fatto che quanto accaduto rimanga di una gravità inaudita e conferma che nel 2018 l’Italia in generale è ancora molto lontana dall’avere una cultura sportiva.
Il centrocampista francese è stato visibilmente infastidito dall’episodio e il fatto che Calvarese non sia intervenuto come da protocollo fermando la partita e chiedendo allo speaker di avvisare il pubblico, lo ha innervosito ancora di più, portandolo a prendersi anche un cartellino giallo. Non è la prima volta che accade tra l’altro, perché già a Verona Matuidi era stato oggetto dello stesso tipo di trattamento da parte dei tifosi scaligeri.
In nottata, lo stesso nazionale transalpino ha deciso di sfogarsi tramite i propri profili social, dando una vera e propria lezione ai razzisti che spesso vanno allo stadio solo per sfogare i propri istinti animali. “Oggi ho assistito a scene di razzismo durante la partita – scrive Matuidi su Facebook – . Le persone deboli cercano di intimidire con l’odio. Io non riesco ad odiare e posso solo essere dispiaciuto per coloro che danno questi cattivi esempi. Il calcio è un modo per diffondere l’uguaglianza, la passione e l’ispirazione ed è questo per cui sono qui. Pace”.
I tifosi del Cagliari si sono distinti negativamente anche al momento dell’infortunio di Paulo Dybala: l’argentino in lacrime è stato accompagnato da sonori fischi e pochissimi timidi applausi.