Beppe Marotta, CEO e General Manager della Juventus, ha rilasciato oggi una lunga intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’. Dopo le parole di ieri a margine della presentazione di Rincon, il dirigente bianconero ha confermato che la Juve non comprerà ancora tanto per comprare.
“L’equazione ‘chi più spende più vince’ non esiste e spesso è stata disattesa. È importante creare un modello di riferimento e la Juve ce l’ha sia sportivo che imprenditoriale. Abbiamo vinto con il modello che conta più dei soldi. Non ci preoccupa che l’Inter punti ai giovani italiani – prosegue – . Noi continuiamo a monitorare, in ogni caso non conta la capacità del management ma il valore del brand. In questo momento sono i giocatori che vogliono venire da noi, tanti e buoni ma non possiamo prenderli tutti…”.
Dopo Rincon, è in arrivo anche l’ufficialità di Mattia Caldara, ma il difensore dell’Atalanta rimarrà a Bergamo ancora per un anno e mezzo.
“Siamo in fase di conclusione per Caldara – ammette Marotta – , quindi di acquisti ne abbiamo già fatti due. Gennaio serve anche per lavorare per il futuro, qualche contatto lo avremo per giocatori che oggi non sono trasferibili. Caldara l’abbiamo preso perché è funzionale al nostro modello, visto che in difesa abbiamo grandi professionisti ma datati e dobbiamo pensare al futuro. Lo lasceremo in prestito per altri sei mesi e probabilmente anche l’anno prossimo visto che in difesa siamo a posto, abbiamo Benatia che probabilmente verrà riscattato”.
Infine, alcune considerazioni sullo sfogo di Massimiliano Allegri dopo la Supercoppa persa a Doha contro il Milan.
“Ne ho visti tanti di allenatori arrabbiati a fine partita, anche lui. Cataloghiamolo come sfogo adrenalinico. Calci nel sedere non ne abbiamo dati, abbiamo perso per un rigore, non vedo come si possano rimproverare giocatori che ci hanno regalato tante soddisfazioni: siamo campioni d’inverno e primi nel girone di Champions. Perdere una partita è super giustificabile, certo che la Juve è abituata a vincere più che a perdere e rimane il rammarico”, conclude.
Insomma, nonostante la Juventus fosse nettamente superiore al Milan, secondo il dg bianconero la Supercoppa si è persa solo per un dettaglio, un calcio di rigore sbagliato. L’impressione è che se dovesse scegliere, la società sarebbe chiaramente dalla parte dei giocatori e non dell’allenatore. Segnali di un divorzio sempre più probabile al termine di questa stagione.