Manovra stipendi, lo strano caso di Lombardo e Marotta

Nell’inchiesta sulla Juve è stata fondamentale la testimonianza dell’ex segretario Lombardo, che ha rivelato alcuni accordi nascosti per il filone legato alle partnership sospette. Citando anche Marotta negli interrogatori, ma nei deferimenti della Procura non c’è traccia di nessuno dei due.

Con i deferimenti pronunciati dalla Procura Federale è cominciato il procedimento del filone legato alla manovra stipendi. Agnelli, Paratici, Nedved, Cherubini e altri dirigenti sono accusati di aver violato l’articolo 4, quello della lealtà sportiva, mentre alla Juve è contestato l’articolo 6, quello della responsabilità oggettiva. Oltre alla questione degli ingaggi dilazionati, da affrontare l’argomento legato alle partnership sospette e quello relativo ai rapporti con gli agenti. Gli elementi su cui si appoggia il procuratore Chiné sono emersi dalle indagini nell’ambito dell’inchiesta Prisma, grazie ad alcune testimonianze chiave. Anche se qualche punto oscuro c’è.

Lombardo accusa Marotta per le side letters, ma nessuno viene deferito

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(Photo credit should read MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Uno dei filoni di indagini riguarda le partnership sospette con alcuni club di Serie A. In particolare vengono contestati degli accordi per la compravendita di calciatori che includevano clausole di riacquisto mai depositate. Queste clausole, le cosiddette side letters, sono state portate alla luce dall’ex segretario generale della Juve Maurizio Lombardo durante un interrogatorio della Procura di Torino, confessando che fosse lui a custodirle in una valigetta.

Tra le operazioni contestate c’è anche la cessione di Rolando Mandragora all’Udinese, con la quale si era anche sottoscritto un accordo di riacquisto in favore della Juve. In questo caso Lombardo citò anche Beppe Marotta fra gli autori dell’affare ma, come sottolinea Tuttosport, nessuno dei due è stato deferito dalla FIGC. Molto strano, visto che l’attuale dg dell’Inter ha condotto le trattative per conto della Juve fino al dicembre 2018. Periodo in cui la Procura contesta altre operazioni – come Orsolini al Bologna o Mattiello all’Atalanta, per menzionarne due.

Inoltre, fa riflettere la disparità di trattamento con Maurizio Arrivabene, squalificato per 24 mesi per il caso plusvalenze, quando in realtà il dirigente ha assunto il posto di CEO il primo luglio 2021. Cioè dopo il periodo sotto indagine – fino alla stagione 20-21, che termina il 30 giugno 2021.