Marchisio: “La Juve sogno da bambino. Su Allegri e Del Piero…”

Claudio Marchisio racconta la Juve. I suoi anni in bianconero fra compagni come Del Piero e tecnici come Allegri e Conte, il Principino si confessa a 360 gradi su ciò che è stato il suo rapporto con la squadra per cui ha sempre tifato.

13 anni nelle giovanili e 11 anni da professionista, con la stessa maglia cucita addosso – ad eccezione di una parentesi all’Empoli e il fine carriera allo Zenit. Claudio Marchisio è legato indissolubilmente alla Juve e anche dopo il ritiro il Principino continua a essere legato ai colori bianconeri. “Durante la mia carriera mi è capitato che Alex Sandro mi chiedesse se non avessi voglia di cambiare, gli risposi che il mio sogno era quello di indossare la maglia della mia squadra del cuore, finché posso indossarla per me è una gioia immensa” ha raccontato Marchisio al podcast “Passa dal Bsmt”. E sul rimanere sempre nella stessa squadra dice: “Non è semplice perché anche se tu rimani nella stessa squadra devi sempre dimostrare ogni anno il tuo valore soprattutto per quello che arrivano da fuori”.

Sulla sua carriera alla Juve: “Torniamo dalla Serie B. Io ero in prestito ad Empoli, e la squadra arriva terza. L’anno dopo seconda e quindi la Juve è tornata ma poi cadiamo con due settimi posti e fuori dalle coppe. Pian piano, cambio generazionale con un allenatore arrivato al punto giusto per lui e per noi giocatori. Dei 9 titoli consecutivi io ne ho vinti 7. Dal 1° scudetto ogni prima giornata del campionato per noi era la più importante, non si può sbagliare per mandare un messaggio. È già una mentalità. Il 5° scudetto partiamo malissimo a 15 punti dalla vetta, poi non abbiamo più mollato e lì è un altro modo di trovare stimoli a differenza di altre società. La forza sta anche nella testa”.

Marchisio su Allegri: “Mentalità diversa rispetto a Conte. La mia consacrazione con Ferrara”

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(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Impossibile non parlare di Alex Del Piero: “Oltre alla leggenda di Alessandro c’è la persona. È stato un compagno, un amico. Quindi non ti ricordi soltanto che il mio primo gol in carriera è arrivato da un suo assist contro la Fiorentina, ma più che altro quello che succede negli spogliatoi o fuori dal campo. Alex per me è stato di grande aiuto per la crescita come ragazzo e giocatore”.

Infine, sugli allenatori: “La mia consacrazione in campo, come posizione, non nasce con Conte ma con Ciro Ferrara. Conte è venuto a prenderci nell’orgoglio e quindi è andato ad intaccare il fuoco interiore della squadra. È stato d’aiuto a tanti oltre all’aspetto tattico. Allegri ha un’idea totalmente opposta di calcio, arrivò in un momento complicato, la sua grande capacità fu di mettere qualcosina di più sulla base responsabilizzandoci un po’ di più”.