Marchisio “Con lo Shakhtar gara fondamentale”
“Sono alla Juve da quando facevo le elementari”. Claudio Marchisio inizia così la lunga intervista concessa oggi a ‘Tuttosport’. Inevitabile tornare sull’ultimo match vinto sabato contro la Roma e i titoli dei giornali domenicali: “Se li ho letti? Qualcosa sì, anche se nel farlo è bene prendere qualche… precauzione. Gli umori sono mutevoli, basta guardare quel che è successo con Pirlo. Dopo partite come quella di sabato sera a leggere i resoconti si corre il rischio di esaltarsi. Ormai siamo abituati a essere marcati a uomo, invece la Roma è venuta a giocare la sua partita e ci ha lasciato molti spazi. Per uno con le mie caratteristiche inserirsi a quel punto è stato abbastanza semplice. La cosa fondamentale però è sempre l’equilibrio tra i reparti. A Firenze per esempio eravamo troppo bassi”.\r\n\r\nDomani sarà di scena allo Juventus Stadium lo Shakhtar di Lucescu. Ecco come anticipa la sfida Claudio:\r\n\r\nQuello contro lo Shakhtar è il classico impegno da prendere con le molle. Sarà un match decisivo o quantomeno molto importante. Vincendo saliremmo a quattro punti e poi avremmo davanti i due match con i danesi, sulla carta molto più semplici. La qualificazione sarebbe a un passo. Siamo consapevoli di essere forti. Se siamo i più forti lo sapremo solo al termine del campionato. Certo la fenomenale cavalcata dello scorso anno ha portato sicurezza e serenità a ognuno di noi. Dal più esperto, Buffon, al più giovane, Marrone. Molti di noi hanno relativa esperienza a livello internazione e questo ci induce ad avere un po’ di rispetto in più per i nostri avversari. Quella paura buona, ma forse paura non è il termine adatto. A Stamford Bridge non ne abbiamo avuta nemmeno un po’. Da quanto non si vedeva un’italiana imporre il proprio gioco in uno stadio inglese?\r\n\r\nIl Chelsea, che allo Stamford Bridge non è riuscito a battere la Juve, è in testa alla Premier. Questa Juventus, dunque, sarebbe anche al vertice del campionato inglese?\r\n\r\nIl discorso non può essere così automatico. Seguo la Premier e di solito noto ritmi molto blandi. Ieri per esempio il Chelsea ha risolto la partita grazie alle intuizioni dei suoi campioni, non per la qualità della prestazione. Noi siamo una squadra molto organizzata. Dopo un anno e mezzo che giochiamo insieme certi meccanismi sono automatici e ritengo che proprio questo ci divida da molti dei principali club europei. Loro vincono grazie alle prodezze del singolo, capitava pure al Milan fino allo scorso anno. La Juve i suoi successi li ottiene grazie alla forza dell’intero gruppo. Io via dalla Juve? Per l’avventurina è presto, mi sento molto giovane e ho un contratto lungo che mi lega alla Juve. Il mio sogno è che nel 2016, quando scadrà l’attuale accordo, mi venga proposto di prolungare per altri cinque. Dicono che io assomigli a Gerrard, come lui vorrei essere identificato con una sola squadra. Chi più forte di Vidal-Pirlo-Marchisio? Non saprei dire. I centrocampisti forti sono tantissimi. Penso a quelli del Bayern Monaco, anche se la scuola tedesca è molto diversa dalla nostra. Poi c’è la Spagna, il che significa parlare di Barcellona. Proprio questa Champions dirà se io e Arturo siamo di quel livello. Per Pirlo il problema non si pone, lui ha già conquistato il mondo. Io top player? Mi sento un giocatore importante, che qualcosa ha già messo in bacheca. Sono arrivato qui che facevo le elementari e il mio timore era di essere uno dei pochi che nella Juve non hanno vinto nulla. Invece abbiamo iniziato a farlo nello scorso campionato e ora prosegue un processo importante. C’è molta voglia di crescere e proprio nessuna di fermarsi qui.\r\n\r\nUno dei valori aggiunti della Juve di questi due anni è stato sicuramente Pirlo…\r\n\r\nAndrea ha dato tantissimo al Milan e lasciarlo per venire alla Juve è stato sicuramente un passaggio delicato e non facile. Oltretutto noi arrivavamo da due anni fallimentari, non era semplice scegliere la Juve in quel momento. Però dopo ha ricevuto parecchio. Cosa ha dato in cambio? Rispondere: la sua classe sarebbe troppo semplice. In realtà dico: la sua tranquillità. Ricordo i primi allenamenti, eravamo tutti stupiti dall’aplomb con cui gestiva i momenti delicati, l’essere sotto pressione. Tutti abbiamo preso qualcosa da lui. All’inizio il pubblico non capiva e mormorava per un appoggio all’indietro. Ora capita lo stesso se butti via il pallone…. Le critiche ad Andrea di questi giorni? Conoscendolo mi viene il dubbio che nemmeno le abbia lette. Di sicuro se qualcuno gliele ha riportate, non si è fatto intimorire. Ha continuato ad allenarsi con serenità, da professionista serio qual è. La forza di un grande giocatore è anche quella, non farsi condizionare da voti e voci.\r\n\r\nIl futuro è in mano a Pogba…\r\n\r\nAl pari di molti giocatori arrivati in estate, penso anche ad Asamoah e Isla, il francese è molto duttile. Certo non potrebbe fare l’esterno come loro due, ma può agire sia davanti alla difesa, sia da mezz’ala. E’ un ragazzo dalle qualità importanti, per come l’abbiamo conosciuto mi sembra che abbia la testa a posto, ora ha solo bisogno di imparare e con Conte lo farà in fretta.\r\n\r\nPresto i bianconeri torneranno a giocare il derby, un’emozione in più per Marchisio? \r\n\r\nPersonalmente sono felice che il Toro sia tornato in serie A. Lo sono per la città e anche per noi, perché di derby ne ho giocati soltanto due nell’anno di Ranieri e quelle sono sfide belle da assaporare. Oltretutto sarà la prima volta che un match si gioca davvero nella nostra casa e l’altro in quella loro. E questa è una novità interessante, un po’ in stile Premier League. Il Torino? Si vede che per la prima volta in questi anni trascorsi tra A e B hanno un gioco, delle idee importanti. Ventura è un allenatore che mi piace. Fino a ieri avevano raccolto poco rispetto a quanto avevano seminato. Quando parlo con qualcuno del Toro dico che quelli sono 6 punti assicurati, poi vedremo.\r\n\r\n