La Procura Federale ha chiuso il fascicolo in merito alle indagini per il filone legato alla manovra stipendi. In arrivo la notifica per la Juve, che a quel punto deciderà come difendersi. E il rischio ingorgo è altissimo.
Nei prossimi 8 giorni la Juve si gioca un pezzo di futuro. Sul campo si giocherà l’andata e il ritorno dei quarti di finale di Europa League contro lo Sporting mentre in tribunale si attende l’esito del ricorso al CONI che metterà – forse – la parola fine sulla questione plusvalenze. Da lì però bisognerà pensare al caso legato alla manovra stipendi, che porterebbe ulteriore incertezza sul prosieguo della stagione dei bianconeri e su ciò che accadrà l’anno prossimo. Con un grosso rischio.
Ormai la proroga è conclusa già da tempo e ora Giuseppe Chinèha chiuso il fascicolo per quanto riguarda la manovra stipendi. Il procuratore federale ha inviato la notifica di chiusura delle indagini alla Juve, contestando la violazione dell’articolo 4, cioè quello della lealtà sportiva. A questo punto il club, come sottolinea Tuttosport, potrà definire la propria strategia difensiva nei prossimi 15 giorni. Molto dipenderà dall’esito del ricorso per il caso plusvalenze, con il Collegio di Garanzia del CONI che si riunirà il 19 aprile. Entro qualche giorno – o verosimilmente il giorno stesso – la Juve saprà se il -15 verrà confermato o cancellato.
Non solo, perché l’ipotesi che si rimandi alla Corte d’Appello Federale c’è. E dunque si aprirebbe un nuovo procedimento, che andrebbe ad ingolfare la macchina della giustizia sportiva. E così si fa strada anche un altro scenario, ossia quello del patteggiamento. Il rischio di non chiudere la questione stipendi in questa stagione è alto e la conseguenza sarebbe quella di condizionare anche il prossimo campionato. Patteggiando la Juve potrebbe andare a scontare metà della pena.