Il filone relativo alla cosiddetta manovra stipendi continua ad agitare l’ambiente Juve. Il 27 marzo comincia il processo ordinario con la prima udienza, mentre dal lato sportivo si attende la fine della proroga chiesta dalla Procura.
Stasera la Juve si gioca un pezzetto importante della sua stagione. Contro il Friburgo Max Allegri cerca l’accesso ai quarti di finale di Europa League, per continuare il percorso europeo e sperare di tornare a conquistare un trofeo internazionale che manca da troppo tempo. I bianconeri però devono pensare anche alle questioni giudiziarie, con la questione relativa alla manovra stipendi che tiene banco.
Come riporta Tuttosport, a fine marzo finirà il tempo per la seconda proroga chiesta dal procuratore federale Giuseppe Chinè. Altri 20 giorni per approfondire ulteriormente il filone relativo alla cosiddetta manovra stipendi, la questione più spinosa e quella per la quale la Juve rischia maggiormente. A quel punto ci sono due vie da percorrere. Una porta al patteggiamento, che può arrivare sia prima il deferimento sia dopo. Nel primo caso la pena potrebbe essere scontata fino alla metà rispetto a quanto verrebbe chiesto seguendo il percorso del processo ordinario, mentre se la Juve patteggiasse dopo essere stata deferita lo diminuzione sarebbe di un terzo.
La seconda via sarebbe quella di andare appunto al processo ordinario e di affrontare i tre gradi di giudizio. E qui si ripeterebbe l’iter già visto per la questione plusvalenze, con 30 giorni di tempo per fissare l’udienza, un’altra settimana per depositare le memorie difensive e per il dibattimento. Si passerebbe poi per la Corte Federale d’appello, qualora ci fosse un primo ricorso, e poi verrebbe interpellato il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI. E in questo caso per avere la sentenza definitiva sarebbero necessari almeno altri 3 mesi.
Secondo Tuttosport, sul lato patteggiamento dagli ambienti Juve non emerge l’intenzione di servirsi di questa pratica. Ma è chiaro che al momento la situazione è ancora agli albori e diventa difficile escludere in maniera categorica l’eventualità.