La Juve attende sviluppi nell’ambito delle indagini sulla manovra stipendi. La proroga richiesta da Chinè è terminata e si attende la chiusura del fascicolo con le relative richieste di pena per il club. E ora si aprono diverse strade.
Il mese di aprile sarà bollente in casa Juve. Sul campo, dopo aver cominciato con il Verona, i bianconeri proseguiranno con la rincorsa al quarto posto e giocheranno la semifinale di Coppa Italia contro l’Inter e i quarti di finale di Europa League contro lo Sporting. E poi ci sarà da pensare alle vicende giudiziarie, con il Collegio di Garanzia del CONI che si esprimerà sul ricorso relativo alla penalizzazione di 15 punti per il caso plusvalenze. E si attende la richiesta della Procura Federale per il filone legato alla manovra stipendi.
La seconda proroga richiesta da Giuseppe Chinè è terminata e ora il procuratore federale è chiamato alla chiusura del fascicolo e alla formulazione delle accuse. Da qui si possono aprire diversi scenari. Uno porta alla respinta di tutte le accuse da parte della Juve con conseguente processo. Oppure al patteggiamento del club, che può avvenire in due modi. Uno prima del deferimento, con la possibilità di uno sconto di pena fino alla metà della stessa, oppure dopo, con uno sconto di un terzo della richiesta.
L’iter per il patteggiamento però non è così semplice. Secondo quanto riporta Tuttosport infatti, la procedura è abbastanza complessa. Innanzitutto la richiesta va fatta al procuratore, il quale valuta se la pena così composta – quindi con il suddetto eventuale sconto – sia adeguata. A quel punto Chinè invierebbe questa richiesta al procuratore generale dello Sport, il quale a sua volta la valuta entro 10 giorni. L’ultimo step porta al presidente federale, che deve quindi dare l’ok definitivo – dopo eventuali modifiche. Se tutti sono d’accordo, il provvedimento ha effetto immediato.