Manovra stipendi, giustizia a comando e sanzioni rimodulate: le mosse di Chinè

Si profila uno scenario clamoroso per quanto riguarda le indagini per la manovra stipendi. Il procuratore Chinè deve chiudere il fascicolo e formulare le proprie accuse, ma lo farà solamente dopo l’esito del ricorso al CONI della Juve.

Il mese di aprile dirà molto sul futuro della Juve. In campo, fra campionato, Coppa Italia ed Europa League, i bianconeri si giocano tutto o quasi. Sul versante giudiziario, anche. Il 19 è atteso l’esito del ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del CONI in merito al caso plusvalenze che ha portato ad un -15 in classifica per la Juve. La dirigenza aspetta con ansia questa data, ma non anche la Procura Federale. Secondo le ultime indiscrezioni infatti le accuse che verranno formalizzate al club per il caso legato alla manovra stipendi dipenderanno molto dal come il Collegio si pronuncerà.

Manovra stipendi, il deferimento per la Juve arriverà dopo la sentenza del Collegio di Garanzia: Chinè vuole conoscere l’esito per formulare le accuse

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(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Una giustizia rimodulata in base a ciò che accade nei vari filoni di indagine, con accuse e procedimenti a comando. È questo lo scenario che si sta delineando per quanto riguarda l’inchiesta sui conti della Juve. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport infatti, il procuratore Giuseppe Chiné starebbe temporeggiando nell’invio degli atti di deferimento per il caso legato alla manovra stipendi. E la motivazione sarebbe clamorosa, perché sempre secondo la Rosea è altamente probabile che questo procedimento sia legato all’esito del ricorso al Collegio di Garanzia del CONI per il caso plusvalenze.

In sostanza l’ipotesi è che se la penalizzazione di 15 punti sarà cancellata – o notevolmente ridotta – la Procura Federale avanzerà una richiesta di pena più alta e sarebbe meno propensa a trattare sul patteggiamento. Nel caso in cui il CONI dovesse invece confermare la sanzione, il procuratore sarebbe disponibile al dialogo e accordare una pena più lieve, magari proprio attraverso un patteggiamento. Dunque, una giustizia a comando che in qualche modo sottolinea come gli atti in mano agli inquirenti, almeno dal punto di vista prettamente sportivo, non inchiodano la Juve. Se il deferimento dovesse davvero arrivare dopo il 19 aprile, diventa complicato pensare che tutto il procedimento possa concludersi entro la fine della stagione sportiva.