Manninger: “Io secondo solo a Buffon”
Neppure le briciole, da morire di fame. Dopo un anno di digiuno adesso il rischio è esattamente opposto, di indigestione per chi non è più abituato ad alimentarsi a pane e calcio. Cinque partite, tutte di fila, dal Catania, domenica prossima al Chievo, nel mezzo la gara di Coppa Italia con il Napoli a difesa della porta bianconera. Chissà se ce la farà, se reggerà il confronto; sarà all’altezza Alex Manninger di Gigi Buffon? Gli interrogativi da bar se li sono posti probabilmente anche in casa Juve. Diversamente il portiere austriaco avrebbe giocato a Bari, Buffon, per spirito corporativo, sarebbe stato sì vicino alla squadra rinviando l’intervento al rientro dalla Puglia ma senza la necessità di scendere in campo. Visti i risultati poi… \r\nRinviato il debutto stagionale, domenica all’Olimpico non se ne potrà fare a meno. Magari un toccasana, un portafortuna. Sarà pure arrugginito da tanta panchina, gli mancherà il colpo d’occhio, l’abitudine al match, ma di Alex non si può certo dire che non sia pronto. Non lo dà a vedere, maschiuma rabbia come un boccale di birra, Egger. Freddo, intagliato nel legnoche ama quasi più del pallone, tanto da aprire una falegnameria artistica in società a Salisburgo, il portiere juventino ha nel carattere un punto di forza. Si è lasciato scorrere addosso nei momenti più difficili torti e soprusi (a livello sportivo), critiche e pagelle a volte ingiuste senza mai alzare la voce, in attesa sempre di una rivincita, sul campo.\r\n«Secondo sì, ma solo a Gigi. Con un portiere così davanti, non posso avere pretese, ho solo da imparare, anche se sono più vicino a smettere con il calcio che agli inizi»: questa la filosofia che ha convinto Manninger ad accettare la Juve un anno fa. Rispetto dei compagni e nervi distesi da fare invidia a tanti, la camomilla che lo ha aiutato a superare una settimana difficile, anche per la delusione di un debutto rimandato di otto giorni per la scelta di Buffon di rinviare la data dell’operazione. Il male minore per come è andata negli ultimi tempi.\r\nSolo un anno fa di questi tempi la difesa della Juve era lamigliore d’Europa, due gol subiti in sette gare (cinque in campionato e due in Champions), nessuno meglio dei bianconeri, neppure Liverpool e Lione (3 reti). E tra i pali, c’era un certo Manninger: due gol subiti in 630′. Il bilancio complessivo a fine stagione ammonterà a 23 presenze (16 in campionato, 2 in Coppa Italia e 5 in Champions): l’ultima partita, prima di cedere nuovamente il posto a Buffon, guarito da un problema alla schiena, il 18 gennaio contro la Lazio (1-1), una macchia sulla maglietta dopo un percorso quasi netto. Ad agosto ha dato l’addio ufficiale alla nazionale austriaca per dedicarsi anima e corpo alla Juve. «Per me è stato un 2008 fantastico – ha commentato il portiere bianconero – Con il Siena ci siamo salvati con grande anticipo, poi sono arrivato alla Juventus ed ho avuto la possibilità di giocare molto, anche partite importanti come quella contro il Real Madrid». Un po’ meno il 2009, un debutto di stagione all’ultima giornata dell’anno, con una squadra in difficoltà. Il “falegname” troverà un clima ostile, il pubblico dell’Olimpico ancora scottato dalla doppia sconfitta (Bayern e Bari) una partita da vincere a tutti i costi, l’ombra lunga di Buffon da scacciare. «Ci sono abituato. In questi momenti si vede la solidità di una squadra: ne usciremo al più presto».\r\n(Credits: Gazzetta dello Sport)