Scudetto, Europa League, Coppa Italia: Ferrara deve portare a Torino uno di questi tre trofei per avere la certezza di restare anche l’anno prossimo sulla panchina della Juventus ma naturalmente dovrà anche qualificarsi per la prossima edizione della Champions League. Ma intanto il tecnico napoletano ha legato il suo nome a due record negativi: l’1-4 di matedì sera è la sconfitta interna più pesante subìta dalla Juve dal 1967 in poi e rappresenta anche la sconfitta peggiore in senso assoluto di tutta la storia bianconera in Champions League.\r\nFerrara è sotto esame, ma ha un grande vantaggio: se la Juve lo licenzia deve “licenziare” anche Lippi che dalla prossima stagione, dopo i mondiali, dovrebbe assumere la carica di dirigente responsabile dell’area tecnica. Tra il club bianconero e l’allenatore della nazionale c’è già un accordo preciso. Ferrara ha accettato l’idea di lavorare con l’attuale ct come dirigente ma, per esempio, Antonio Conte (contattato prima di Ciro) non l’ha fatto. Adesso chi accetterebbe di allenare la Juventus sapendo di avere tra qualche mese l’ombra di Lippi dietro alle spalle? E ancora: ora che Delio Rossi è andato al Palermo, quali sarebbero i possibili sostituti di Ferrara? Ce ne sarebbe uno, l’unico: Roberto Mancini, ma ci vorrebbero fantasia, coraggio e una buona dose di spregiudicatezza, caratteristiche che non sorridono alla società torinese abituata a procedere sempre con i piedi di piombo. Si parla in queste ore caldissime di Claudio Gentile e di Gigi Casiraghi, ma sembrano più che altro chiacchiere da salotto. All’estero ci sarebbero Hiddink e Eriksson che a quanto si dice starebbe per risolvere il suo rapporto con il Notts County. Ma sono piste praticabili?\r\n(Credits: Corsport)