Lo scudetto del popolo bianconero

Simili a degli eroi abbiamo il cuore a strisce, portaci dove vuoi verso le tue conquiste. Ogni pagina nuova sai sarà la storia di tutti noi. Solo chi corre può fare di te la squadra che sei. Juve storia di un grande amore… (Paolo Belli)\r\n(Di Alessandro Magno)\r\nMercoledì dopo Juventus-Lecce io come molti di voi ho perso il sonno. E’ stata un nottata di ansia e di tensione, paura che quel sogno così a portata di mano fino ad allora, svanisse all’improvviso. La paura assurda che una sciocchezza fatta dal nostro mitico portierone Gigi Buffon compromettesse un cammino fino a lì strepitoso. Passare dal gol di Muntari… al gol di Buffon. Quanti fantasmi, quanti pensieri, Farsopoli , la serie B, i settimi posti. Mia moglie mi ha persino dato dell’imbecille che con tanti problemi che abbiamo perdo il sonno per la Juve. Gli ho spiegato come al cuore non si comanda, che la ragione può prendere il sopravvento quando sei in pubblico, quando scrivi, quando c’è la luce. Ma nel buio della notte, soli con noi stessi come fai? A te stesso non puoi mentire. Povero Buffon chissà come ha passato quella notte! I giorni appresso ho cercato di far prevalere la ragione, dispensare ottimismo. Parlando con mio fratello gli ho detto: ”Dai che magari Domenica festeggiamo in centro, hai visto mai che l’Inter ci fa mezzo regalo (pensavo a un pari), in fondo è sempre un derby”. Ci ho preso, meno male, ma la paura prima era lo stesso tanta. Dico questo e lo racconto, perché immagino come sia successo a molti di noi, Conte lo ha detto per se stesso e i suoi giocatori. Sembra che tutte le ansie , le frustrazioni, le lacrime di 6 anni di soprusi e di torti, si siano condensati in questi ultimi giorni che andavano dalla partita giocata contro il Lecce a quella contro il Cagliari, a partire da quella notte. Deve esser stata dura anche per gli altri calciatori, che tutta questa tensione l’han certo sentita sulla loro pelle, scendere in campo a Trieste. Forse per questo la partita contro il Cagliari non è stata giocata troppo bene, c’è stato un poco di ”braccino” . Si pensava più al risultato di Milano che noi a fare il secondo gol. Meno male che è andata cosi: la fortuna toglie, la fortuna da. Un autorete (quest’anno non me ne ricordo tante a favore) ci ha dato il gol della sicurezza. Gli ultimi minuti son stati un parto. Seduti e in piedi, seduti e in piedi. A pregare Dio di farle rimanere così. Le notizie poi arrivate dal derby ci hanno detto a 2-3 minuti dalla fine che finalmente era vero e il sogno si era realizzato. I risultati non potevano più cambiare in maniera decisiva. Vedere anche Conte sorridente e libero, ci ha sbloccato tutti.\r\n\r\nRingrazio Dio per averci dato Antonio Conte, un predestinato, Campione al primo tentativo. Al fischio finale ero commosso, gli occhi lucidi, ho chiesto ai miei ragazzi se se la sentivano di andare in centro e hanno subito risposto presente. Ci siamo messi le maglie bianconere, io di Nedved (di Del Piero ho quella tutta nera), loro di Pirlo. Abbiamo preso due bandiere e siamo partiti strombazzando verso il centro. Molte macchine per strada, molti tifosi ai bordi dei marciapiedi ad incitarci al passaggio. Vittorio, il mio piccolo, mi chiede se domani si va a scuola, ”domani non si va”, faccio io, ”è festa, la Juve ha vinto lo scudetto”. Federico mi dice che sono un grande. Sono contenti, ridono e cantano. Se ne ricorderanno fra 20 anni di questa serata, di quando il papà li ha portati in centro a festeggiare lo scudetto e il giorno dopo hanno fatto festa da scuola. Io ricordo ancora quando mio papà portava me e mio fratello in tram a vedere il derby di Torino. A un certo punto in via Po non si va più avanti, giro trovo un parcheggio e proseguiamo a piedi. Si arriva in piazza San Carlo sotto il cavallo di bronzo, ci incontriamo con degli amici. Sono abbracci, baci, è una liberazione per tutti, si canta e si salta c’è tutto il popolo Juventino. Ancora trombe, bandiere, cori, sudore, imprecazioni, alcool, bombe carta e fuochi d’artificio, c’è tutto. C’è un frastuono assordante ininterrotto che non si riesce a parlare a un metro l’uno dall’altro. Bisogna urlare o meglio parlarsi nelle orecchie. I miei figli non se li ricordavano i festeggiamenti per lo scudetto del 2005 (nel 2006 non ce ne furono), erano piccoli, per loro è la prima volta. Mi chiedono se è sempre cosi, se la piazza è sempre così piena. Gli dico che la piazza è sempre così ad ogni campionato vinto ma il rumore questa volta è davvero qualcosa di indescrivibile. Non so se sono io che ricordo male ma davvero un casino come questo è la prima volta che lo sento. Siamo li ragazzi giovani, bambini, anziani, signore tutti vestiti di Bianconero. La piazza e strapiena e anche via Roma e via Po. Tantissime bandiere. Veramente tante. Cori per tutti, dal nostro mister al nostro capitano Alex Del Piero. Questo è lo scudetto di tutti, lo scudetto del popolo Bianconero. Bene ha fatto Chiellini a dedicarlo ad Alex e Gigi, due immensi uomini prima che due grandi giocatori, bene ha fatto Gigi a dedicarlo a Trezeguet e Camoranesi e Del Piero, a farlo per tutti quelli che son stati in B con noi. Noi c’eravamo, io c’ero. Ho visto allo stadio con i miei ragazzi 8 partite di B quell’anno. Mi sarebbe piaciuto che qualcuno avesse ricordato Ale e Ricky le due giovani promesse venute a mancare a Vinovo anche loro in quel dannato 2006, ma son sicuro che è stata una dimenticanza e non una mancanza. Allora lo faccio io, questo scudetto lo dedico a loro e a tutti i ragazzi che sognano di diventare dei calciatori e giocare per la Juve. Tutti quei ragazzi come i miei figli che si vestono di bianconero per andare a festeggiare in centro con il loro papà. Questo scudetto è il trentesimo vinto sul campo e non ci frega nulla dei conti fatti in tribunale da altri. Questo per noi è tornare a ricominciare proprio li dove eravamo rimasti. Questo scudetto è un apostrofo bianconero fra le parole ”Crepate tutti antijuventini di m.”, volevate distruggerci e non ci siete riusciti. Siamo qui, siamo tanti e ora siamo più forti che mai.\r\n\r\n\r\n