Lippi a Tuttosport: “il nuovo stadio uno dei nuovi templi del calcio”
Marcello Lippi, ex tecnico bianconero dei record, sarà uno dei protagonisti dell’inaugurazione del nuovo stadio della Juventus. L’ex CT della nazionale Campione del Mondo è uno che di stadi se ne intende, e con la Vecchia Signora ha avuto modo di calcare i più grandi templi del calcio europeo: “Il Bernabeu con i suoi 90 mila spettatori o il Camp Nou con 100 mila possono incuterti un po’ di timore reverenziale – spiega in un’intervista concessa a ‘Tuttosport’ – Ma allo stesso tempo ti regalano autostima, perché se giochi lì, vuol dire che lo meriti. Hai coronato i tuoi sogni giovanili”. Di seguito uno stralcio dell’intervista che potete trovare nella sua interezza sull’edizione odierna del quotidiano sportivo torinese. \r\n\r\nHa citato due stadi niente male. Lei quale preferisce?\r\n“Il Camp Nou, perché lì con la Juve ho vinto. Ci fu molta Spagna in quella Champions chiusa con la finale di Manchester. Negli ottavi eliminammo il Deportivo La Coruña che era formazione molto diversa da quella, dimessa, di oggi. Nei quarti riuscimmo appunto nell’impresa di espugnare il campo del Barcellona, vincendo per 2-1 nei supplementari nonostante fossimo in dieci. In semifinale fu la volta del Real Madrid, che battemmo 3-1 al Delle Alpi. Poi, è storia, andò male con il Milan…”.\r\n\r\nVa concesso credito alla teoria che uno stadio ti possa portare in dote qualche punto, oppure no?\r\n“Certi stadi possono indubbiamente regalarteli, perché diventano la tua casa, ti danno sicurezza, forza. Però un grande gruppo non si fa intimorire dall’ambiente avverso. Dunque lo stadio conta. La squadra di più…”.\r\n\r\nIl Delle Alpi è lo stadio della sua vita?\r\n“A poco a poco mi ci affezionai, anche se a volte era mezzo vuoto. Lo ritrovavi al suo meglio nelle grandi occasioni”.\r\n\r\nLo stadio che manca alla sua collezione?\r\n«Anfield. Penso che quello stadio, la sua gente, l’inno “You’ll Never Walk Alone” siano davvero speciali. Io non ho mai avuto modo di provarlo. Però con la Juve sono stato a Glasgow e contro avevamo un muro compatto di 50 mila tifosi del Celtic. Eravamo già qualificati, ma fu impressionante”.\r\n\r\nInvece è legato a Old Trafford, nel bene e nel male. \r\n“Gioie e dolori. Alle prime mi lega la vittoria sullo United con un gol di Del Piero. Fu per certi versi la settimana più gratificante di quella grande Juve, perché dopo aver battuto la squadra di Ferguson ci imbarcammo per Tokio, dove vincemmo l’Intercontinentale. Certo, Manchester significa pure la finale persa col Milan”.\r\n\r\nDomani lei presenzierà all’inaugurazione del nuovo stadio della Juve. Le piace?\r\n“Sì, perché è grande abbastanza per essere considerato uno dei templi del calcio mondiale, ma non al punto da rischiare di diventare una cattedrale mezza vuota”.