Dopo aver festeggiato il secolo di fondazione della società, l’Inter si prepara a celebrare il centenario del primo scudetto vinto nel 1910: tra i progetti, una nuova maglia, bianca, con banda orizzontale nerazzurra e il colletto del calcio pionieristico. Ma, per qualcuno, l’Inter, dovrebbe celebrare con un profilo basso. Storie di cento anni fa, ma che il pallone non ha ancora dimenticato. E che l’attualità ha riportato a galla. Perché, raccontano le cronache sportive dell’epoca, quello scudetto fu conquistato dopo uno dei rari spareggi post-campionato a spese non della Pro Vercelli titolare, che aveva concluso il torneo appaiata all’Inter, ma della quarta squadra delle bianche casacche formata da ragazzini tra gli 11 e i 15 anni. Una storia che, a un secolo di distanza, ancora fa discutere Vercelli: se la Pro avesse affrontato lo spareggio ad armi pari, avrebbe potuto stabilire il record di scudetti consecutivi: sei. E si sarebbe aggiudicata, oltre a quelli del 1908 e 1909, quelli del 1910-11, 1911-12 e ‘12-13.\r\n\r\nE, nel Dopoguerra, avrebbe vinto i tornei del 1920-21 e 1921-22. Il torneo 1909-10 è il primo in cui lo scudetto viene assegnato con un girone all’italiana a nove squadre. La Pro, campione in carica, è favorita: supera in casa Andrea Doria e Genoa e va a vincere 4-1 in trasferta sull’Inter. Ma poi qualcosa s’inceppa nel meccanismo delle bianche casacche e, il 19 dicembre 1909, i tifosi assistitono alla prima sconfitta casalinga, 1-2, con l’Inter. Alla conclusione dell’ultima giornata, le due squadre si trovano appaiate in vetta a quota 25. La Juve è staccata di cinque punti, il Toro di otto, più lontane Milan e Genova. Per l’assegnazione del titolo, si ricorre allo spareggio, che si disputa a Vercelli perché la Pro vanta la miglior differenza reti. La Federazione propone alle contendenti tre date: 17 o 24 aprile, oppure il primo maggio.\r\n\r\nLa Pro Vercelli sceglie quest’ultima data perché il 17 aprile ha alcuni giovani atleti, ancora studenti, impegnati in un torneo scolastico e il 23 tre giocatori, Milano II, Innocenti e Fresia, devono giocare con la rappresentativa del 53° Reggimento Fanteria nella Coppa del Re. Sembra pacifico che la data dello spareggio debba essere il 1° maggio. Ma l’Inter accusa la Pro di prendere tempo e chiede di giocare il 24. La Federcalcio le dà ragione. La risposta della Pro è sferzante: scende in campo la quarta squadra di ragazzini dagli 11 ai 15 anni. L’Inter si presenta a Vercelli con la formazione-tipo. Il pubblico si limita al mugugno. A stringere la mano al capitano dell’Internazionale Fossati c’è Sandro Rampini, futuro super-cannoniere dell’ultima Pro scudettata. Ha una lavagna in mano, la consegna al rivale: «Così non perdete il conto dei gol che ci farete». Finisce 10-3 per i milanesi. È lo scudetto che l’Inter vorrebbe onorare con la maglia celebrativa. La notizia non è stata accolta nel migliore dei modi a Vercelli, dove adesso la Pro si barcamena in Seconda Divisione. Ma il vice presidente Pino Bianco, interista, tenta una mediazione: «Per le prossime celebrazioni vorremmo ospitare i brasiliani del Palmeiras, cui andammo a far visita nel 1914. Sarebbe bello organizzare a Vercelli un triangolare, un risarcimento».