Leonetti: “Juve, doveroso un ringiovanimento della rosa”
L’intervista esclusiva a Franco Leonetti all’indomani della cocente sconfitta della Juventus contro il Real Madrid
Franco Leonetti, fulgido giornalista e profondo conoscitore dell’ambiente bianconero, analizza la tragica sconfitta interna della Juventus in Champions contro il Real Madrid e si sofferma sul prosieguo della stagione, nonché sul mercato, attraverso questa intervista esclusiva.
Lo 0-3 dell’”Allianz Stadium” contro il Real Madrid è stato una vera e propria mazzata tra capo e collo, anche se la Juventus, per un’ora abbondante di match, non ha assolutamente demeritato, anzi, ha giocato alla pari nonostante lo svantaggio subìto a freddo. Poi Ronaldo ha inventato un gol giottesco, ai limiti del paranormale e dopo è arrivata l’espulsione di Dybala. Quali sono state le cause principali di questa pesantissima batosta?
«Lo avevo detto al momento del sorteggio: la Juve, per avere possibilità di passaggio del turno contro i Blancos, avrebbe dovuto fare due partite pressoché perfette, limitando le sviste e gli errori al minimo. Purtroppo, martedì sera, due pecche difensive marchiane e grossolane hanno inficiato pesantemente l’andamento e l’esito del match. Dopo tre minuti il grave errore di Barzagli che ha dato la possibilità a Ronaldo di insaccare e la grave indecisione di Chiellini sul secondo gol, pazzesco, da “marziano”, di CR7 (Cristiano Ronaldo, ndr). Fino a quel punto, la Juve, nonostante il gol a freddo che avrebbe ucciso anche un mastodonte, è rimasta in partita e avrebbe anche meritato il pareggio. Poi, il secondo gol e l’ingiusta espulsione di Dybala (il secondo giallo non c’era), hanno chiuso le sorti di un incontro con un risultato interno pesantissimo. Ma non bisogna dimenticare certamente le prestazioni singole di basso rendimento in casa bianconera: penso a Douglas Costa, desaparecido in campo, Higuain poco incisivo, Dybala discreto ma non decisivo, oltre a una prova incolore e opaca di Alex Sandro. Insomma, a parte De Sciglio, prestazione sufficiente, Khedira, uno che queste partite non le sbaglia mai, la discreta performance ancora acerba di Bentancur e la sufficienza di Buffon, la Juventus è stata decisamente negativa e ha dimostrato di essere inferiore al Real Madrid».
Dal punto di vista meramente tecnico-tattico, le assenze di Benatia e Pjanic hanno influito sulla prestazione e sul risultato?
«È sempre difficile fare questo tipo di valutazioni. Chi è assente ha sempre ragione. Pjanic è il metronomo e la luce della Juve, quindi la sua presenza sarebbe stata assai utile, così come per Benatia, baluardo in difesa. Ma per quanto possano aver pesato le squalifiche, la Juventus preparata e messa in campo da Allegri aveva tutte le possibilità di fare bene. Se compi errori madornali come ho appena sottolineato, contro una corazzata come quella dei Galácticos, non hai scampo. Le assenze, seppur importanti, non possono e non debbono rappresentare una scusante o un alibi. Attaccarsi a ciò non avrebbe senso».
Barzagli ha sostituito il difensore marocchino, Bentancur è stato utilizzato in luogo del centrocampista bosniaco. Come giudichi la loro prestazione nell’arco dei novanta minuti?
«Non voglio essere cattivo, sia chiaro, ma solo realista e analitico: Barzagli è stato uno dei più forti difensori italiani nella storia della Juve e della Nazionale, ma alla sua età diventa quasi impossibile giocare due partite consecutive di altissimo livello a distanza di tre giorni. Il vero errore di Allegri è stato proprio schierare il centrale fiesolano, cha da subito ha mostrato di non essere lucido ed efficace. La sua prova è stata pesantemente negativa, come quella di Chiellini, unitamente ad altri compagni. Ma quando i due centrali di difesa meritano un 4 in pagella è facile trarre le conclusioni finali. Ci tengo a precisare una cosa: errori non sistemici, quindi non di impostazione tattica, ma meramente personali. Bentancur ha esibito stoffa, come già si sapeva, ma la sua performance non è stata continua e precisa, mostrando numeri già importanti, però conditi da tanta inesperienza. Il futuro sarà suo, ma contro il Real sarebbe servita maggiore efficacia».
C’è una flebile speranza di superare il turno al “Santiago Bernabeu” di Madrid?
«Un punto percentuale o anche due si possono anche incasellare nella sezione delle speranze. Ci vorrebbe la partita del secolo per battere il Real al “Bernabeu” con quattro reti di scarto, senza subire nulla. La Juve dovrà fare una gara seria, onorando la maglia e i Quarti di Finale di Champions. Personalmente non credo ai miracoli sportivi».
Ora i bianconeri dovranno necessariamente focalizzare l’attenzione sul campionato e, più in generale, sul finale di stagione. Che tipo di reazione ti aspetti da parte di Buffon e compagni dopo i tre ceffoni incassati in Champions?
«La Juventus è una squadra troppo esperta per farsi condizionare e accusare un contraccolpo psicologico dalla débacle di Champions, però dovrà subito mostrare sabato, a Benevento, che l’attenzione e la concentrazione sul campionato rimane immutata. La reazione, il click psicologico, devono sgorgare sin dal prossimo impegno di Serie A. Metabolizzare in fretta la sconfitta per gettarsi con fame, voglia e umiltà sul massimo torneo nazionale, mi pare la giusta medicina al fine di scrollarsi di dosso la sconfitta casalinga più pesante da quando esiste lo “Stadium”».
Per colmare il gap con il Real Madrid e per compiere il definitivo salto di qualità in ambito internazionale, in quale modo dovrà intervenire la dirigenza bianconera sul fronte mercato?
«Ritengo che sia necessario un ringiovanimento della rosa e un cambio generazionale duro ma doveroso, rispetto a chi ormai ha una carta d’identità ingiallita. Barzagli potrebbe rinnovare ancora per un anno, e lo vedo come chioccia per giovani quali Caldara e Rugani, ma a livello internazionale non ha più la reattività necessaria. Chiellini potrà fare ancora molto per la Juve, ma serve un sostituto da inserire subito negli schemi. Vedremo cosa deciderà Buffon, ma Szczesny rappresenta una garanzia. Poi servirà mantenere i campioni in organico, affiancandone altri di livello. Il mercato estivo dovrà agire sul rinnovamento strutturale della squadra, conditio sine qua non per cercare di implementare ed elevare il tasso qualitativo in Italia e in Europa».