Prima del debutto stagionale contro il Parma, la Juve ha disputato la sua ultima amichevole con la Triestina. Come giudichi la prestazione dei bianconeri al “Nereo Rocco” di Trieste?
«Una performance discreta. La vittoria è importante visto che a breve partirà il campionato. A Trieste la Juve ha mostrato di non aver ancora recepito appieno i dettami di Sarri. Servirà del tempo e i tifosi dovranno avere pazienza. Luci e ombre contro i Giuliani: bene Khedira e Douglas Costa, Dybala voglioso di rimanere, confortante l’ingresso di Bentancur, positiva la rabbia di Emre Can che non vuole restare ai margini, discontinui Danilo e Rabiot. Pjanić deve crescere molto, come tutta la squadra. A Parma sarà una gara dura, alla Juventus servirà maggior velocità nel giro palla, ritmo, intesa tra i nuovi arrivi, aggressività sul portatore di palla e vicinanza fra i reparti, eliminando i troppi errori tecnici nei passaggi. Al “Tardini”, sabato, la formazione di Maurizio Sarri dovrà dimostrare di essere cresciuta, pronta e maturata per il debutto in campionato, altrimenti il rischio di insidie sarà dietro l’angolo».
Considerando tutte le partite di precampionato giocate dalla Juventus, qual è il tuo giudizio complessivo dall’inizio della preparazione fino ad oggi?
«Non è stato un precampionato esaltante, mi pare ovvio, ma le compagini dell’allenatore toscano (Maurizio Sarri, ndr) hanno bisogno di tempo per esprimere al meglio un calcio con meccanismi oliati e rodati. I risultati sono relativi finché si parla di amichevoli, ma da sabato si comincerà a fare sul serio, quindi sarà necessario anzitutto cercare di prendere i tre punti, tentando di migliorare nell’impronta di gioco e nelle trame, possibilmente in tempi rapidi. Per antonomasia, gli undici di Sarri, necessitano di adattamento agli schemi prima di sbocciare».
La dirigenza bianconera ha urgenza di cedere svariati calciatori entro il 2 settembre. A che punto è la situazione del mercato in uscita della Vecchia Signora?
«Gli esuberi stanno condizionando il mercato in entrata. Almeno tre giocatori non rientrano nella nuova idea di gioco: penso a Rugani, Mandzukić e Matuidi. La dirigenza juventina dovrà sbrigarsi a trovare una collocazione consona, senza svalutare i profili e accontentando i partenti. Dunque, una situazione ingarbugliata. Poi, come ormai la storia ci dice negli ultimi anni, nei giorni finali di chiusura del mercato può davvero accadere di tutto, e il riferimento a Dybala non è casuale».
«Se parte Mandzukić mi aspetto un centravanti. Il ruolo va coperto, mentre negli altri settori del campo i bianconeri sono al completo. Icardi ha un preaccordo con la Juve, però anche questa ipotesi non sarà facile da realizzare concretamente. La dirigenza bianconera, con in testa Paratici, dovrà concludere al meglio un mercato di grande spessore».
Argomentando sui giocatori già presenti in organico, credi che proprio Dybala (da te prima menzionato), se dovesse rimanere in bianconero, potrebbe finalmente ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto nella stagione che sta per iniziare?
«Anzitutto mi auguro che la Joya (Paulo Dybala, ndr) rimanga a Torino, perché un giocatore come lui fa sempre molto comodo e nella Juve ha dimostrato di saper fare cose di alto livello. Certo, la sua collocazione tattica in un 4-3-3 è sicuramente complicata: non può fare l’esterno puro, ma il falso nueve o l’attaccante aggiunto che ruota attorno a Cristiano Ronaldo può ricoprirlo con grandi soddisfazioni e doti tecniche non indifferenti. Poi dipenderà esclusivamente dal puntero argentino alzare il livello di prestazioni ed esplodere definitivamente. Il mio augurio è che questo momento difficile, che lo mette in discussione, possa farlo crescere caratterialmente. Nella scorsa stagione ha patito la presenza di Ronaldo. Il fuoriclasse lusitano deve essere uno stimolo per fare sempre meglio. Raramente si ha la fortuna di avere un compagno d’attacco di così grande blasone mondiale. Se Paulo Dybala rimarrà, tutti si attenderanno la sua definitiva consacrazione. Dipenderà solo da lui».