Leonetti: “Dybala va rinnovato, poche chance per Morata a giugno”

Cosa cambia alla Juventus dopo il mercato di gennaio e cosa potrebbe cambiare con le operazioni della prossima estate secondo Franco Leonetti

La finestra del mercato invernale si è appena chiusa. Una sessione nella quale il tandem Cherubini-Arrivabene ha sbalordito tifosi e addetti ai lavori. Credi che gli scettici siano stati finalmente convinti dall’eccezionale operato della nuova dirigenza bianconera?

«Sicuramente l’operato scintillante della società ha messo a tacere molti tifosi e i cosiddetti “personaggi in vista” che hanno letteralmente massacrato per mesi Arrivabene, Cherubini e l’intero club con a capo il presidente Andrea Agnelli. Senza un minimo di riprova e pazienza (nello sport non si può vincere sempre), avevano già giudicato e seppellito tutti. Il mercato di gennaio non ha fatto null’altro che dimostrare un concetto: bisogna concedere tempo per far sì che tutti lavorino al meglio per cercare di ottenere risultati di grande livello. Metà dirigenza era mutata, insediandosi a giugno, e come in tutte le attività serve assestamento per mettere in moto la macchina, senza dimenticare che il mercato non si fa con le figurine, ma servono oculatezza, strategie e budget economici. Il risultato? Semplicemente la più bella campagna trasferimenti di gennaio nella storia della Juventus. Non solo acquisti, ma grandi affari anche in uscita. Operazioni strepitose in barba a chi avrebbe defenestrato tutto e tutti».

Con l’acquisto di Vlahović e Zakaria, sul piano tattico, pensi che Massimiliano Allegri possa variare l’assetto?

«Allegri in estate aveva provato a studiare e applicare due moduli come il 4-3-3 e il 4-2-3-1, ma per mancanza di uomini, con certe caratteristiche, aveva dovuto mettere in campo altri disegni tattici. Con l’arrivo dei due giocatori citati potrà variare gli assetti e i moduli, in base alla disponibilità e al momento di forma dei suoi e le peculiarità degli avversari da affrontare. Zakaria è bravissimo a giocare sia a due che a tre in mediana, ed è una pedina con grande dinamismo e copertura, mentre Vlahović è il terminale che mancava alla Juventus. Ora il mister avrà modo e tempo di studiare formule da applicare sul campo per vincere. Perché adesso alla Juve serve solo questo».

Nández era un altro obiettivo in entrata per gennaio, ma la trattativa non è andata in porto. Ritieni che sia un’operazione definitivamente tramontata oppure se ne potrebbe (ri)parlare in estate?

«Nández sarebbe stato un completamento della rosa, un qualcosa in più che ovviamente poteva tornare utile, ma la formula non si è trovata per diversi motivi: in primis per il procuratore del giocatore che, per suoi interessi, avrebbe voluto l’obbligo immediato e non condizionato del calciatore, cosa indigesta alla dirigenza bianconera. Non credo se ne riparlerà in estate, perché ci sono affari che nascono e muoiono nella finestra di gennaio e non tornano più. D’altronde, per antonomasia, la sessione invernale è il mercato delle opportunità e delle occasioni da cogliere al volo».

Adesso resta da sciogliere il nodo Dybala, che la Juventus non può assolutamente concedersi il lusso di perdere a parametro zero a giugno di quest’anno. Quali sono i progetti di Federico Cherubini e Maurizio Arrivabene per il numero dieci bianconero?

«Febbraio sarà un mese nodale per il caso Dybala. Vedremo cosa accadrà, ma io continuo a pensare che il numero 10 juventino, seppur adirato per alcuni motivi con la società, debba essere messo nelle condizioni di rinnovare. Che senso logico avrebbe aver rinforzato corposamente la rosa, per poi perdere a zero il capitano e l’uomo dalla cifra tecnica maggiore dell’intera squadra? Il contratto di Dybala deve essere rinnovato, non si può lasciarlo partire a parametro zero. Sarebbe un gravissimo errore per un gruppo che si sta riscostruendo e che vuole tornare ad essere dominante in Italia e in Europa».

Anche Álvaro Morata, che sembrava destinato al Barcellona, alla fine è rimasto alla Continassa. Così come per Paulo Dybala, quali saranno le mosse della dirigenza da qui al 30 giugno?

«Morata aveva capito che la Juve non avrebbe pagato i 35 milioni per il riscatto all’Atletico Madrid e, avendo un’offerta intrigante dal Barcellona, aveva deciso di tornare in Spagna subito. Allegri lo ha bloccato e, nonostante l’arrivo di Vlahović, il numero nove bianconero avrà tutte le chance per fare bene e ritagliarsi spazi importanti e decisivi, magari operando più defilato e lasciando la centralità d’area al serbo. Nel calcio non ci sono regole scritte. Cosa potrebbe succedere se Morata dovesse disputare una seconda parte di stagione eccezionale? Io continuo a pensare che non rimarrà a Torino, ma mai dare nulla per scontato, soprattutto nel calcio».

Sempre volgendo lo sguardo verso l’immediato futuro, sia in entrata che in uscita, in quale reparto interverrà principalmente la Vecchia Signora nel mercato estivo?

«È appena terminato un mercato di riparazione assai anomalo. Ora, però, serve che la Juve dimostri sul campo di essere in netta crescita di rendimento, gioco e risultati. Va detto che questa finestra di gennaio è stata un vero anticipo di budget e delle mosse della società in estate. Si è preso un centrocampista molto utile (Zakaria, n.d.r.) e il terminale d’attacco che tutti volevano e che può diventare un perno inamovibile per il prossimo decennio. La dirigenza si è cautelata con Gatti, difensore centrale giovane e promettente, perché le carte d’identità di Chiellini e Bonucci ingialliscono. Sarà necessario, a mio avviso, acquistare un super interprete di centrocampo, due nel caso Arthur o Rabiot venissero messi in lista di partenza. Occhi aperti su giovani come Fagioli e Ranocchia, con Rovella finalmente a Torino. Poi occorrerà trovare, finalmente, un esterno basso di sinistra che possa fare il titolare, visto che ormai Alex Sandro ha fatto il suo tempo alla Juve».

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