Il 5 ottobre si è chiuso il mercato. Dal punto di vista economico e tecnico, come giudichi la campagna acquisti della Juventus?
«La Juve ha fatto bene, molto bene direi, nel mercato più lungo della storia. Qualcuno obietterà che la Juventus ha incassato poco, ma con il calciomercato in epoca Covid-19 vendere per cash è diventata un’impresa titanica riuscita a pochissimi. Era stata etichettata come una campagna acquisti pressoché fatta interamente da scambi e prestiti, e così è stato. La Vecchia Signora ha operato un buon mercato, di buonissimo livello, risparmiando molto su ingaggi alti, vedasi Douglas Costa e Rugani, un fattore basilare per dar respiro alle casse bianconere, portando giocatori di livello assoluto che, ovviamente, dovranno far bene con la maglia della Juve. Lo smaltimento degli esuberi, negli ultimi tre giorni, è stato da manuale per Paratici, che ha portato a Torino calciatori giovani ma pronti a diventare dei cardini per Madama. Il mio voto al mercato è assai positivo: la Juventus merita un bel 7,5».
Ritieni che l’organico consegnato nelle mani di Andrea Pirlo sia competitivo anche in ambito internazionale?
«È una rosa sicuramente più completa rispetto allo scorso anno. Il girone con il Barcellona sarà un bel banco di prova per le ambizioni europee della Juventus, anche se gli altri due avversari (Dinamo Kiev e Ferencváros ndr) sono decisamente alla portata. Chiaro che solo il campo ci darà responsi inoppugnabili. La speranza è che Pirlo riesca a plasmare una squadra, con un mix di gioventù ed esperienza, che serve sempre (soprattutto) in campo internazionale. La Juve dovrà fare molto di più dagli Ottavi in poi, e ritengo che se la possa giocare con tutti, perché il tasso qualitativo c’è. Sarà importante l’attitudine ad interpretare i dettami di Andrea Pirlo».
La rosa messa a disposizione del nuovo allenatore, consentirà a questa squadra di essere davvero camaleontica sotto l’aspetto tattico?
«Le idee di Pirlo si rifanno al calcio totale all’olandese. Quindi pretende dai suoi ragazzi duttilità ed eclettismo, non solo sotto il punto squisitamente tattico, ma anche nell’interpretazione dei ruoli: penso alle posizioni in campo di Cuadrado e Alex Sandro, a un rinato Danilo, alla scoperta di Frabotta e a un Bernardeschi che potrebbe venir impiegato sulla corsia mancina, da quinto di centrocampo, con mansioni di copertura. E poi c’è una mediana dinamica, con l’unico neo della mancata partenza di Khedira, ma il tedesco ha puntato i piedi rifiutando ogni destinazione finendo, così, fuori dalla lista Champions. A metà campo Kulusevski ha già dimostrato di essere un uomo da Juve vicino alla porta, Arthur ha fame di riscossa, McKennie, dopo la partenza sprint, ha accusato un po’ il colpo ma possiede grandi potenzialità, senza dimenticare Bentancur, Rabiot e Ramsey, tutte pedine che possono essere impiegate in più ruoli e che hanno qualità. Se godranno di buona salute ci sarà da divertirsi».
«La Juve, ancora una volta, parte come la squadra migliore, quella da battere. Certo è che le concorrenti si sono rafforzate, penso a Inter, Atalanta e Napoli. Ma in casa bianconera sono giunti due giocatori che potrebbero esplodere definitivamente portando ancora più qualità e divario sul rettangolo verde: Morata è un centravanti, magari non ideale come Džeko per il gioco di Pirlo, tutt’altro che scarso, un attaccante che saprà ritagliarsi spazi importanti, capace di colmare una lacuna che la Juventus, spesso, ha accusato nella passata stagione. Mentre Chiesa è un colpaccio che, nelle intenzioni della società, deve diventare un top player a Torino. Le tre linee guida del club sono state applicate, ovvero: diminuzione del tetto ingaggi, ringiovanimento della rosa e acquisto di giocatori di livello. Io sono fiducioso nei riguardi di questa Juve».
Analizzando i nuovi acquisti dei Bianconeri, scendendo un po’ di più nel particolare, quali sono le tue aspettative su McKennie, Arthur, Kulusevski, Morata e Chiesa?
«Sinceramente mi attendo molto da tutti i nuovi arrivi. Non si giunge sotto la Mole così per caso. McKennie, quando si sarà ambientato, potrebbe sorprendere molti: ha corsa, visione di gioco, forza, irruenza, un centrocampista box to box dai piedi buoni. Arthur può diventare l’ingegnere della mediana, Kulusevski è già sulla rampa di lancio per divenire un interprete totale di questa nuova Juve: gol, corsa, senso tattico e alta capacità di resistenza allo sforzo. Morata conosce la Juventus e sa bene cosa fare, mentre da Chiesa mi aspetto la definitiva maturazione sia nel ruolo di tornante che di seconda punta, oppure come esterno alto in un tridente. Credo che Federico Chiesa possa diventare devastante e di caratura europea sotto l’egida di mister Pirlo. Proprio l’ex Viola può rappresentare l’acquisto pirotecnico in questa nuova squadra targata Andrea Pirlo. Dovrà migliorare molto, ma i numeri a sua disposizione sono di lignaggio continentale».