Franco Leonetti, giornalista vicino al mondo bianconero, sviscera i contenuti più importanti legati al sorpasso della Juventus sul Napoli, attraverso una lucida e saggia disamina
Il tanto agognato sorpasso sul Napoli è avvenuto grazie alla vittoria della Juventus sull’Udinese e al pareggio di “San Siro”, contro l’Inter, da parte di Hamsik e compagni. Quali sono stati i fattori scatenanti che hanno determinato questo cambio al vertice della classifica?
«La Juventus, in due gare, ha recuperato addirittura 5 punti al Napoli: ecco il fattore scatenante di un ribaltone che a Torino coltivano e nutrono da diverse settimane. I bianconeri escono sempre fuori prepotentemente in questo periodo e, ancora una volta, Allegri ha mantenuto le promesse. Diceva alcune settimane fa: «vedrete la vera Juve a marzo». E anche in questo caso ha avuto ragione lui».
Alla luce degli ultimi risultati, credi che gli azzurri abbiano subìto un pesante contraccolpo psicologico?
«Ritengo che la botta psicologica sia arrivata al Napoli senza dubbio. Contro l’Inter ho visto una buona squadra, ma non di certo travolgente. E l’aver clamorosamente perso la vetta in due mosse potrebbe giocare a sfavore dei partenopei. Da sempre, penso che sia meglio capeggiare la classifica piuttosto che inseguire. Detto questo, la sfida è diventata ancora più emozionante ed avvincente. Ora è la squadra di Dybala ad aver il proprio destino tra le mani. Se la Juventus vincerà tutte le partite sarà per la settima volta consecutiva Campione d’Italia. A Napoli sanno benissimo che la Juve, quando sale in vetta, diventa dura da spodestare, ma il cammino per il tricolore è ancora molto lungo. Quindi, piedi ben piantati in terra».
Ora, il recupero di mercoledì prossimo con l’Atalanta, rappresenta un crocevia fondamentale per i bianconeri, che hanno la possibilità di allungare a +4 sul Napoli. Quale sarà l’approccio alla gara di Allegri e i suoi?
«Partita fondamentale e naturalmente da vincere a tutti i costi. Serve una Juventus con lucidità, umiltà e giro palla veloce associato alla pazienza, per trovare pertugi atti ad allargare e allungare le maglie della difesa orobica. Con le squadre di Gasperini non è mai facile. Sanno ripartire fulmineamente, quindi occorre attenzione e intensità in ogni reparto, ma un pezzetto di scudetto passa attraverso questo match e l’ambiente juventino lo sa benissimo. Le partite importanti, ce lo dice la storia recente, i ragazzi di Allegri non le hanno mai sbagliate».
Pensi che contro la “Dea” possano esserci sostanziali modifiche di formazione?
«Sì, ci saranno ancora rotazioni, in vista di mercoledì sono possibili alcuni cambi. In difesa potrebbe rivedersi Benatia, a centrocampo torneranno Pjanic e Matuidi dal primo minuto e Mandzukic dovrebbe ritrovare la maglia da titolare, sostituendo uno dei tre là davanti (Dybala, Douglas Costa e Higuain, ndr) che stanno facendo molto bene. Al netto di tutto, concentrazione e determinazione sono peculiarità che potranno fare la differenza sul campo».
La “Joya”Dybala, con quattro reti decisive negli ultimi tre match ufficiali, è rientrato in modo devastante dopo l’infortunio. È proprio lui il valore aggiunto di questa squadra?
«Dybala è un campionissimo, punto. Tralasciando i paragoni scomodi e iperboli calcistiche che servono a ben poco in questo sport, il numero 10 bianconero è tornato con veemenza, sciorinando tutte le sue qualità tecniche, tattiche e realizzative. Paulo Dybala è un valore aggiunto per questa squadra, ma non è il solo. Penso a Higuain, a Douglas Costa, tutti uomini che al momento giusto sanno far decollare le partite, spostando equilibri e assetti nelle tre competizioni in cui la Juve è impegnata. Con il resto del gruppo a fare grandi cose, in una rosa formata da campioni».
Da qui al termine della stagione, Champions inclusa, il turnover sarà indispensabile ai fini del raggiungimento degli obiettivi che la Juventus si è prefissa?
«L’augurio migliore che si possa fare alla Juve è quello di ritrovare presto tutti gli assenti. Per arrivare in fondo a tutto, campionato, Coppa Italia e Champions League, ci vogliono organici fortissimi e completi in ogni reparto. La Juventus, se recupererà nel breve gli infortunati, può davvero mettere a segno grandi imprese, senza dimenticare che Mister Allegri, da sempre perfetto gestore di risorse umane, è un sublime alchimista nel creare formazioni vincenti, inserendo le dovute rotazioni. Nel calcio moderno, giocare con lo stesso undici per 60 partite all’anno, è praticamente impossibile».